Perpignano, capoluogo dei Pirenei Orientali e porta d’ingresso della Catalogna del Nord, è una città sospesa tra due identità. A pochi chilometri dal confine spagnolo, mantiene un’anima profondamente catalana: le insegne bilingue, la bandiera senyera che sventola dal municipio e il calore mediterraneo che anima le sue piazze raccontano di una storia condivisa, fatta di mescolanze e resistenze.
In questo scenario vive una delle più antiche comunità gitane catalane d’Europa, concentrata nel quartiere popolare di Saint-Jacques, nel cuore del centro storico. Qui, tra vicoli stretti e case decadenti, famiglie come i Reyes, i Baliardo e i Bali — dinastie musicali che hanno dato vita al celebre gruppo dei Gipsy Kings — hanno costruito un universo identitario dove la fede evangelica, la musica rumba catalana e la solidarietà comunitaria si fondono in un’unica voce.
Ma il fascino di questa cultura convive con una realtà difficile. Saint-Jacques è oggi uno dei quartieri più poveri di Francia: oltre il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con tassi di disoccupazione giovanile altissimi e scarse opportunità di istruzione. Le politiche di “riqualificazione urbana” avviate dal Comune hanno provocato tensioni: per molti gitani, le demolizioni delle antiche case catalane non rappresentano un rinnovamento, ma un tentativo di espulsione e cancellazione culturale.
Nonostante ciò, Perpignano conserva una vitalità unica. Ogni estate le sue strade si riempiono di musica, dalle feste di quartiere fino al festival Visa pour l’Image, che attira fotografi da tutto il mondo. Le chiese si animano durante la Settimana Santa, quando la processione del Crist Gitano trasforma la fede in un momento di orgoglio identitario.
Oggi Perpignano è una città contraddittoria: da un lato capitale culturale del Rossiglione, dall’altro simbolo delle tensioni sociali della Francia meridionale. Tra le mura di Saint-Jacques, i gitani catalani continuano a difendere la propria memoria collettiva, in un equilibrio fragile tra marginalità e appartenenza, tra la Francia che li tollera e la Catalogna che non li riconosce del tutto.