Flotilla, Greta Thunberg sulla prigionia: "Mi hanno picchiata e chiamata 'putta*a', sulla valigia i disegni della stella di David e peni eretti"

Al quotidiano svedese Aftonbladet, l'attivista Greta Thunberg racconta le violenze e le umiliazioni subite all'arrivo in Israele e nelle carceri appena dopo l'abbordaggio delle navi della Global Sumud Flotilla

"Scendo dalla barca e c'è un gruppo di poliziotti che mi aspetta. Mi afferrano, mi tirano a terra e mi gettano addosso una bandiera israeliana". Riparte da qui il terribile racconto fatto dall'attivista svedese Greta Thunberg su ciò che ha significato subire la prigionia nelle carceri israeliane subito dopo l'abbordaggio della Global Sumud Flotilla.

Flotilla, Greta Thunberg sulla prigionia: "Mi hanno picchiata e chiamata 'putta*a', sulla valigia i disegni della stella di David e peni eretti"

Tornata a casa, al quotidiano svedese Aftonbladet Greta Thunberg non ha avuto paura di parlare. Interrogata su ciò che lei e i suoi compagni di spedizione hanno subìto una volta abbordati e arrestati dall'Idf israeliana, Thunberg ha parlato delle torture, delle umiliazioni fisichepsicologiche. Dalle violenze al porto, appena sbarcata, all'oltraggio alla dignità umana nelle carceri del Paese. "Quando scendo dalla barca, c'è un gruppo di poliziotti che mi aspetta. (...) Mi hanno picchiato e preso a calci. Poi mi hanno strappato il cappello da rana, l'hanno gettato a terra, l'hanno calpestato e preso a calci". Quindi le offese, che sono diventate ancor più dolorose perché inferte nella sua stessa lingua, in svedese: "Dicevano Lilla hora ["piccola putt*na, ndrHora Greta ["Greta putt*na", ndrin svedese, che ripetevano di continuo". A lei e gli altri attivisti non era permesso alzare lo sguardo da terra e a Greta i soldati hanno obbligato l'"adorazione" della bandiera israeliana: "Quando ha iniziato a sventolare e mi ha toccato, mi hanno urlato 'Non toccare la bandiera' e mi hanno dato un calcio nel fianco. Dopo un po', mi hanno stretto le mani con delle fascette. Mentre ero seduta lì, un gruppo di guardie si è messo in fila per farsi un selfie con me".

Ma è l'arrivo in prigione che rappresenta il culmine delle violazioni alla persona umana. Da quei muri delle celle segnati da "fori di proiettile" e da "schizzi di sangue e messaggi incisi da prigionieri palestinesi che erano stati lì prima di noi", all'incontro col ministro Ben-Gvir che gridava "'Siete terroristi. Volete uccidere bambini ebrei'". Chi rispondeva, continua l'attivista nel suo racconto, veniva picchiato. "Ma io potevo vederlo solo con la coda dell'occhio, perché ogni volta che alzavo la testa da terra venivo presa a calci dalla guardia accanto a me". Poi i dettagli sulla prigionia: celle di 15 metri quadrati contenenti fino a 13 persone; i soccorsi negati in caso di malessere e la minaccia quasi nazista del venire "gasati". "Sollevavano una bombola di gas e minacciavano di premercela contro" aggiunge. Poi un affronto doloroso, i segni dell'offesa impressi sulla sua valigia rossa. Secondo la sua testimonianza infatti, la valigia con cui era partita con la Flotilla le è stata prima confiscata, poi restituita con diverse scritte: "Whore Greta" ("Greta Puttana"), e i disegni di peni erettistelle di David e il nastro giallo simbolo degli ostaggi.

"Non si tratta di me - ha specificato l'attivista - o degli altri membri della Flotilla. Ci sono migliaia di palestinesi, centinaia dei quali bambini, che sono detenuti senza processo in questo momento e molti di loro molto probabilmente vengono torturati. (...) se Israele, di fronte all'attenzione del mondo intero, può trattare in questo modo una persona bianca e nota con passaporto svedese, pensate a cosa fanno in segreto ai palestinesi".