Azienda Usa Sikorsky annuncia nuovi droni 'Nomad': Uav a lunga autonomia con capacità di decollo verticale e apertura alare di 3,2 metri

L'americana Sikorsky, di proprietà della Lockheed Martin, ha affermato che i nuovi Nomad potranno essere usati per missioni di sorveglianza, antincendio, soccorso umanitario e trasporto in contesti di crisi, sia sul territorio americano che oltreconfine

L’azienda aeronautica Sikorsky, di proprietà della Lockheed Martin e celebre per l’elicottero da trasporto UH-60 Black Hawk, ha annunciato lo sviluppo di una nuova famiglia di droni a lunga autonomia, progettata per operare in modo indipendente dal tipo di pista di decollo o atterraggio. La serie di UAV, denominata “Nomad”, è pensata per missioni di ricognizione, attacco leggero e supporto logistico.

Il sistema Nomad adotta una configurazione con ala soffiata e rotori integrati, che consente decolli e atterraggi verticali in stile VTOL (Vertical Take-Off and Landing). Secondo Sikorsky, i prototipi hanno già dimostrato la piena operatività del sistema, riuscendo a volare in entrambe le modalità previste: decollo verticale con rotori, seguito dalla transizione in volo orizzontale grazie alle ali livellate e alla propulsione a elica. Un concetto simile a quello adottato dai convertiplani V-22 Osprey.

Azienda Usa Sikorsky annuncia nuovi droni 'Nomad': Uav a lunga autonomia con capacità di decollo verticale e apertura alare di 3,2 metri

Ogni modello della linea Nomad è progettato per integrare caratteristiche VTOL con una struttura ad ala fissa lunga e dritta, dotata di doppio propulsore. In fase di decollo o atterraggio, il velivolo si appoggia sulla coda, sostenuto da piccole alette.

Il primo prototipo, il Nomad 50, ha un’apertura alare di 3,2 metri. Sarà presto affiancato da un secondo modello, il Nomad 100, che raggiungerà 5,5 metri di apertura alare e offrirà capacità di carico sensibilmente superiori.

Il vicepresidente e direttore generale di Sikorsky ha spiegato che il termine “famiglia” riflette “una caratteristica chiave del progetto: la sua capacità di essere adattato alle dimensioni di un piccolo UAS del Gruppo 3 fino all’equivalente di un elicottero da trasporto medio”, citando come riferimento proprio il Black Hawk.

La famiglia di droni Nomad risultante sarà un velivolo adattabile, in grado di volare ovunque e indipendente dalla pista, in grado di svolgere missioni terrestri e marittime in ambito di difesa, sicurezza nazionale, forestale e organizzazioni civili”, spiegano da Sikorsky. “I Nomad sono un moltiplicatore di forza, che integra le missioni di velivoli come il Black Hawk per mantenere il vantaggio strategico nell’Indo-Pacifico e in regioni più ampie”.

Nel video promozionale diffuso dall’azienda, il drone Nomad mostra la capacità di operare in ambienti estremi e complessi, come deserti, aree boschive e piattaforme navali in mare aperto. Il velivolo può librarsi in volo stazionario, atterrare verticalmente e volare sulle ali per lunghi tratti, accedendo anche a zone con spazi ristretti.

Il modello più grande della serie, classificato come Gruppo 4, può trasportare munizionamento convenzionale, come missili Hellfire, bombe a piccolo diametro (SDB), e droni secondari, tra cui loitering munitions e mini UAV da ricognizione.

I droni Nomad sono compatibili con la tecnologia Matrix, sviluppata da Sikorsky per garantire autonomia operativa avanzata, già testata su piattaforme come il Black Hawk.

Per il direttore dei Programmi Avanzati dell’azienda, “Nomad rappresenta una nuova svolta per la prossima generazione di droni autonomi a lunga autonomia”. Secondo Sikorsky, le indicazioni del Pentagono potrebbero portare a una rapida integrazione di questi droni nelle forze armate americane. “Sono in grado di decollare e atterrare praticamente ovunque ed eseguire la missione, il tutto in autonomia e nelle mani di soldati, marines, marinai e aviatori”, afferma l’azienda.

Oltre alle applicazioni militari, Sikorsky sottolinea l’enorme potenziale civile e commerciale del Nomad:
Consideriamo questi velivoli multiruolo, ma anche multiservizio, e prevediamo anche applicazioni civili o commerciali per questi velivoli, come il decollo e l’atterraggio verticali. Sarebbero ideali per le operazioni a bordo delle navi della Marina Militare o del Corpo dei Marines”.

Tra gli impieghi ipotizzati rientrano anche missioni di sorveglianza, antincendio, soccorso umanitario e trasporto in contesti di crisi, sia sul territorio americano che oltreconfine.