Gaza City, 300mila palestinesi rientrati in città da inizio tregua, testimonianze: "Non è rimasto nulla, non ci sono abbastanza tende per tutti"

Il ritorno dei civili dopo il cessate il fuoco si sta rivelando drammatico. Molti sono tornati solo per constatare la devastazione e valutare se sia possibile rientrare con le proprie famiglie. Ma la realtà è spesso insopportabile: interi quartieri sono irriconoscibili, e in molti casi “non è rimasto più nulla”, come riportato da testimoni

La protezione civile della Striscia di Gaza, amministrata da Hamas, ha riferito che circa 300.000 palestinesi sono rientrati a Gaza City dall’inizio della tregua, ma denuncia la carenza di tende e abitazioni per accogliere gli sfollati. Nelle ultime ore, sono stati recuperati 150 corpi tra le macerie in diverse aree della Striscia, mentre risultano ancora disperse oltre 9.500 persone.

Il ritorno dei civili dopo il cessate il fuoco si sta rivelando drammatico. Molti sono tornati solo per constatare la devastazione e valutare se sia possibile rientrare con le proprie famiglie. Ma la realtà è spesso insopportabile: interi quartieri sono irriconoscibili, e in molti casi “non è rimasto più nulla”, come riportato da testimoni ad Al Jazeera. Oltre ai danni materiali, pesa anche l’impossibilità economica di sostenere il rientro, dopo due anni di guerra e bombardamenti israeliani che hanno azzerato le fonti di reddito di molte famiglie.

Gaza City, 300mila palestinesi rientrati in città da inizio tregua, testimonianze: "Non è rimasto nulla, non ci sono abbastanza tende per tutti"

Una situazione analoga si registra a Khan Yunis, dove, secondo il sindaco Alaa al-Din al-Batta, circa l’80% del governatorato è stato distrutto. Le strade sono coperte da circa 400.000 tonnellate di macerie, e 136 tra parchi, giardini e piazze pubbliche sono stati rasi al suolo. “Abbiamo inviato nove squadre per ripulire le strade, ma servono urgentemente mezzi pesanti per affrontare l’enorme quantità di detriti”, ha dichiarato in una conferenza stampa ripresa dalla CNN.

Sul piano politico, si complicano i negoziati relativi allo scambio di prigionieri previsto nell’accordo per il cessate il fuoco. Una fonte di Hamas ha denunciato al sito israeliano Ynet che Israele avrebbe modificato i nomi di 100 detenuti palestinesi inclusi nella lista originaria concordata per il rilascio. “Israele ha cambiato l'intera lista in modo sofisticato e astuto”, ha affermato la fonte, senza precisare chi siano i prigionieri sostituiti.

Secondo quanto riferito da Hamas alla CNN e ripreso dal Times of Israel, Israele non rilascerà due medici palestinesi previsti nell'accordo: il dottor Hussam Abu Safiya, pediatra e direttore dell’ospedale Kamal Adwan, arrestato nel dicembre 2024, e il dottor Marwan al-Hams, responsabile degli ospedali da campo di Gaza. Abu Safiya fu arrestato insieme ad altre 240 persone durante un raid nell’ospedale, accusato da Israele di essere un centro di comando di Hamas. L’ultima immagine del medico, in camice bianco tra le macerie mentre si avvicina a un carro armato israeliano, ha fatto il giro del mondo. Amnesty International ha lanciato un appello per la sua liberazione.

Nel frattempo, in previsione della liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, i detenuti palestinesi che saranno rilasciati sono stati trasferiti nelle carceri israeliane di Ofer e Ketziot: i primi destinati alla Cisgiordania, i secondi a Gaza o all’Egitto, riferisce il quotidiano Haaretz.