Gaza, l’appello dei giuristi italiani contro il genocidio: “Ue interrompa ogni rapporto con Israele, stop a distruzione sistematica di civili” – IL TESTO
“Noi, giuriste e giuristi del lavoro europei, sentiamo il dovere morale e politico di unirci alle voci sempre più numerose delle comunità scientifiche che chiedono all’Unione europea e ai governi degli Stati membri di agire con urgenza per fermare le azioni che il governo di Israele sta perpetrando nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza", così inizia l'appello dei giuristi italiani contro il genocidio in corso
Un gruppo di giuristi italiani ha lanciato un appello urgente genocidio in corso a Gaza. Nel documento si chiede all’Unione europea di sospendere immediatamente ogni forma di collaborazione politica, economica e militare con Israele. I firmatari parlano di una “distruzione sistematica” della popolazione civile palestinese, in violazione del diritto internazionale. Secondo i promotori, il silenzio delle istituzioni comunitarie equivale a complicità. L’iniziativa mira a mobilitare opinione pubblica e governi europei per fermare le violenze.
Gaza, l’appello dei giuristi italiani contro il genocidio: “Ue interrompa ogni rapporto con Israele, stop a distruzione sistematica di civili” – IL TESTO
“Noi, giuriste e giuristi del lavoro europei, sentiamo il dovere morale e politico di unirci alle voci sempre più numerose delle comunità scientifiche che chiedono all’Unione europea e ai governi degli Stati membri di agire con urgenza per fermare le azioni che il governo di Israele sta perpetrando nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
Non possiamo più tacere di fronte alla distruzione sistematica di vite civili, infrastrutture sanitarie, educative e sociali, alle punizioni collettive, alla negazione dei diritti umani fondamentali, all’uso del cibo come arma. In quanto violazioni del diritto internazionale umanitario e degli obblighi internazionali di protezione della popolazione civile, tali atti si configurano quali crimini di guerra e crimini contro l’umanità, come affermato dall’Onu già nell’ottobre del 2024.
Ricordiamo il mancato rispetto da parte di Israele delle ordinanze del 26 gennaio, 28 marzo e 24 maggio 2024 della Corte internazionale di giustizia, l’organo giudiziale principale delle Nazioni Unite, con le quali, preso atto delle condizioni di vita «catastrofiche» dei palestinesi nella Striscia di Gaza, la Corte ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure necessarie a prevenire e a punire «l’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio nei confronti dei membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza», fra l’altro consentendo alla popolazione palestinese l’accesso agli aiuti umanitari, nonché di cessare le operazioni militari a Rafah.
La stessa Corte internazionale di giustizia, nel parere consultivo del 19 luglio 2024, si è espressa sulle «conseguenze giuridiche derivanti dalle politiche e prassi di Israele nel Territorio Palestinese Occupato, inclusa Gerusalemme Est», e sugli gli obblighi che gravano sugli Stati terzi in relazione alle gravissime violazioni del diritto internazionale commesse da Israele. Nello stesso senso si è espressa la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU del settembre 2024.
Il silenzio o l’inazione delle Istituzioni europee e dei governi dei Paesi membri, anche di fronte a questi autorevoli richiami, mina la credibilità dei valori su cui si fondano l’Unione Europea, il diritto europeo e le costituzioni e i diritti nazionali, incluso quel diritto del lavoro che difendiamo come presidio di giustizia sociale, libertà e dignità.
E ciò accade nonostante che l’Unione Europea abbia concluso un Accordo di associazione con Israele, fondato «sul rispetto dei diritti umani» (art. 2), e che, a più riprese, il Consiglio europeo e altre Istituzioni europee abbiano affermato che il diritto di Israele a difendersi, in seguito ai gravissimi atti commessi da Hamas il 7 ottobre 2023, non può che essere esercitato «in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario» (Conclusioni del 26-27 ottobre 2023).
Riteniamo sia responsabilità di tutti, compresi noi giuslavoristi e giuslavoriste, di fronte alla drammatica situazione in cui versano la Striscia di Gaza e il Territorio palestinese occupato, attivarsi, per quanto di propria competenza, per contribuire a porre fine alle numerose e intollerabili violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario.
Chiediamo che l’Unione Europea, gli Stati membri e tutte le autorità pubbliche competenti ai diversi livelli (internazionale, sovranazionale, nazionale e locale), oltre che – nell’ambito dei propri compiti e delle proprie funzioni – le istituzioni accademiche e gli enti di ricerca:
- adempiano pienamente ai propri obblighi di diritto internazionale e di diritto dell’Unione europea conseguenti alle gravissime violazioni imputabili alle autorità israeliane nel Territorio Palestinese Occupato;
- assumano, anche a livello europeo e internazionale, ogni iniziativa necessaria per contrastare le azioni illecite commesse delle autorità israeliane a Gaza e in Cisgiordania;
- interrompano ogni forma di collaborazione politica, economica e militare con le istituzioni e gli enti israeliani che contribuiscano al perpetrarsi delle gravissime violazioni del diritto internazionale prima richiamate e al mantenimento dell’occupazione illegale del Territorio Palestinese;
- riconoscano la gravità delle violazioni in corso e sostengano attivamente le indagini internazionali;
- agiscano per un cessate il fuoco immediato e duraturo e per la protezione della popolazione civile.
L’impegno per i diritti e per la pace non conosce confini disciplinari né geografici.
Oggi più che mai, è tempo di agire”.