Attentato Kirk, 7 i capi d’imputazione per presunto killer Tyler Robinson, chiesta pena di morte; sms con compagno trans “confermano colpevolezza”

Tyler Robinson, attualmente detenuto nel carcere di Spanish Fork sotto stretta sorveglianza per rischio suicidario, non ha finora confessato, ma l’accusa appare determinata a portare avanti la richiesta di pena capitale. Tra i 7 capi d'imputazione ci sarebbero omicidio aggravato, uso illecito di arma da fuoco, ostruzione della giustizia e corruzione di testimoni

7 capi d’imputazione, tra cui omicidio aggravato, uso illecito di arma da fuoco, ostruzione della giustizia e corruzione di testimoni. È questo il quadro accusatorio che pesa su Tyler Robinson, 22 anni, il presunto killer dell’influencer conservatore statunitense Charlie Kirk, ucciso il 10 settembre a seguito di un attentato durante un comizio all’università dello Utah. Il procuratore locale, Jeffrey Gray, ha annunciato in conferenza stampa che chiederà la pena di morte per l’imputato, che resterà in carcere senza possibilità di rilascio su cauzione. Alcuni messaggi con il compagno trans confermerebbero la colpevolezza del 22enne.

Attentato Kirk, 7 i capi d’imputazione per presunto killer Tyler Robinson, chiesta pena di morte; sms con compagno trans “confermano colpevolezza”

Tyler Robinson, attualmente detenuto nel carcere di Spanish Fork sotto stretta sorveglianza per rischio suicidario, non ha finora confessato, ma l’accusa appare determinata a portare avanti la richiesta di pena capitale.

Per aver causato intenzionalmente o consapevolmente la morte di Charlie Kirk in circostanze che hanno comportato un grave rischio di morte per altre persone”, ha dichiarato Gray, specificando che le accuse più gravi sono aggravate perché Robinson avrebbe preso di mira Kirk “a causa delle sue opinioni politiche e sapendo che erano presenti dei bambini che avrebbero assistito all’omicidio”.

Durante la stessa conferenza stampa, il procuratore ha reso noti anche alcuni messaggi compromettenti inviati dal giovane al suo compagno e coinquilino transgender subito dopo il delitto: “Ne ho abbastanza del suo odio. Con certi odi non si può scendere a patti”. Robinson lo avrebbe inoltre intimato a “cancellare i messaggi incriminanti” e a non parlare con la polizia, circostanza che ha portato anche all’accusa di corruzione di testimoni.

Secondo l’accusa, il movente sarebbe legato all’ostilità verso le posizioni di Kirk, noto per le sue battaglie contro aborto, diritti LGBTQ+ e immigrazione, e favorevole a pena di morte e liberalizzazione delle armi. La madre del 22enne ha raccontato che il figlio, di recente, si era avvicinato a posizioni progressiste e più sensibili ai diritti gay e trans, influenzato anche dal rapporto con il coinquilino ora in fase di transizione di genere.

Gli investigatori ritengono schiaccianti le prove raccolte: immagini di videosorveglianza del campus, una traccia di Dna sul fucile nascosto nei pantaloni, proiettili compatibili con l’arma, fino ai messaggi scambiati su Discord e sul cellulare in cui il giovane preannunciava l’attacco. “Tra qualche istante mi arrenderò tramite un amico sceriffo, grazie per tutti i bei momenti e le risate, siete stati tutti fantastici, grazie a tutti per tutto”, avrebbe scritto poco prima di costituirsi, convinto da un amico di famiglia ex poliziotto e dai genitori repubblicani.