Sardegna, proteste contro soldati Idf ospiti nei resort: vernice rosso sangue e cartelloni 'Free Palestine' sulla roccia della Costa Smeralda

L'atto è avvenuto nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre, ad opera di ignoti attivisti pro-Palestina, che hanno affisso anche cartelloni con la scritta «Palestina libera», per protestare contro la presenza dei soldati israeliani nei resort sardi

Un gesto eclatante, simbolico e provocatorio: la storica scritta «Costa Smeralda», incisa sulla pietra che accoglie i visitatori all’ingresso del celebre tratto costiero nel nord-est della Sardegna, è stata coperta da una colata di vernice rossa, come fossero rivoli di sangue. L'atto è avvenuto nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre, ad opera di ignoti attivisti pro-Palestina, che hanno affisso anche cartelloni con la scritta «Palestina libera», per protestare contro la presenza dei soldati israeliani nei resort sardi.

I carabinieri hanno già avviato un’indagine per identificare i responsabili dell’azione, mentre gli operai sono intervenuti per rimuovere i cartelloni e procedere alla pulizia della roccia, prevista nelle prossime ore.

Sardegna, proteste contro soldati Idf ospiti nei resort: vernice rosso sangue e cartelloni 'Free Palestine' sulla roccia della Costa Smeralda

La tensione sull’isola era già alta da giorni. A far scattare le prime proteste è stato l’avvio di un collegamento aereo diretto tra Olbia e Tel Aviv, seguito dall’arrivo di diversi gruppi di soldati israeliani. Ufficialmente si tratta di dipendenti della compagnia telefonica Cellcom Israel, giunti in Sardegna per una vacanza di decompressione. Tuttavia, alcune fonti locali ritengono che tra loro vi siano in realtà soldati dell’IDF, con età compresa tra i 20 e i 30 anni, inviati in vacanza dal governo israeliano dopo aver preso parte alle operazioni militari nella Striscia di Gaza.

Fin dal primo volo atterrato a Olbia, i giovani israeliani sono stati accolti da contestazioni fuori dall’aeroporto, dove si sono radunate decine di persone con cartelli e cori: «Killers not welcome», «Cessate il fuoco ora», «Libertà per la Palestina». La protesta è proseguita nei giorni successivi, con cortei e manifestazioni che si sono spinti fino all’ingresso del resort Mangia’s Curio Collection, una struttura extra-lusso dove alloggiano i turisti, sorvegliata dalle forze dell’ordine e con la presenza della Digos.

Secondo alcune testimonianze, il resort, con tariffe che arrivano fino a 5.000 euro a notte, sarebbe stato scelto anche per garantire massima sicurezza e discrezione agli ospiti. Le misure di sorveglianza sono state rafforzate, proprio per prevenire eventuali escalation.