Tajani in tilt su Gaza: “Per me Israele aveva ragione, ora troppi morti”, poi sull’Ucraina: “Pessimista su pace, Putin e Trump parlano molto”

Tajani ha voluto sottolineare come l’Italia “non sia con Hamas” e che “non parli con Hamas”, ma ribadisce la condivisione della linea di fondo di Israele nonostante il perdurare del genocidio in corso: “Condividiamo la stessa posizione di Israele, ma bisogna lavorare per la pace”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al Foro Nuova Economia (Nef) di Barcellona, appare in tilt, soprattutto sul genocidio in corso a Gaza: “Israele sta facendo errori, per me prima aveva ragione, ma ora dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco”. E aggiunge: “Ci sono molti morti, bambini, donne, non solo soldati di Hamas”. Sul fronte ucraino, invece, si dice pessimista: “Putin parla molto con Trump, fanno riunioni ma è sempre più difficile trovare una soluzione di pace”.

Tajani in tilt su Gaza: “Per me Israele aveva ragione, ora troppi morti”, poi sull’Ucraina: “Pessimista su pace, Putin e Trump parlano molto”

Tajani ha voluto sottolineare come l’Italia “non sia con Hamas” e che “non parli con Hamas”, ma ribadisce la condivisione della linea di fondo di Israele nonostante il genocidio in corso: “Condividiamo la stessa posizione di Israele, ma bisogna lavorare per la pace”. Da qui l’appello alla visione dei “due popoli e due Stati”, con la necessità di “lavorare per la riunificazione della Cisgiordania e di Gaza” perché al momento “non esiste uno Stato palestinese”.

Sul piano umanitario, il ministro ha ricordato lo sforzo dell’Italia a sostegno dei civili palestinesi: “Stiamo facendo molto per aiutare la popolazione palestinese e i civili. Abbiamo molti bambini palestinesi negli ospedali italiani”.

Passando al conflitto in Ucraina, Tajani ha usato toni più cupi: “Putin parla molto con Trump, fanno riunioni ma è sempre più difficile trovare una soluzione di pace, resta molto complicato. Normalmente sono ottimista, ma in questa situazione sono pessimista, penso che prima della fine dell’anno non si possa fare molto”.

Il ministro ha poi allargato lo sguardo al futuro dell’Europa, sottolineando la necessità di un salto di qualità politico-istituzionale: “Serve un’Europa forte, abbiamo bisogno di riforme perché siamo molto divisi ora. Facciamo parte di una grande famiglia europea. L’Europa è la soluzione per proteggersi”. Da qui il monito a rafforzare i meccanismi decisionali dell’Unione: “Bisogna cambiare il Parlamento europeo affinché diventi più forte, bisogna unire la posizione del presidente della Commissione e del presidente del Consiglio europeo, bisogna anche cambiare le regole del voto all’unanimità perché un piccolo Paese può bloccare tutto, bisogna andare avanti. O andiamo avanti o ci uccidono. Siamo nel mezzo del fiume e nel mezzo del fiume non si vince, si muore”.