Gaza, l'ong palestinese PCHR: "Israele ha violato convenzione sul genocidio, atti deliberati per negare futuro alla popolazione" - IL REPORT
L'ong chiede un'azione internazionale urgente, e denuncia le seguenti violenze sui palestinesi: uccisione intenzionale, gravi lesioni fisiche o mentali, inflizione di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica totale o parziale del gruppo e imposizione di misure volte a impedire le nascite nel gruppo
Un report dell'ong Palestinian Centre for Human Rights (PCHR) denuncia come Israele abbia "violato i propri obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio attraverso le sue istituzioni ufficiali e qualsiasi individuo o entità che agisca sotto la sua direzione, il suo supporto o il suo controllo". Nell'introduzione del rapporto dell'ong presieduta dall'avvocato Raji Sourani che con i suoi legali assiste le vittime di Gaza e i loro familiari nel procedimento presso la Corte penale internazionale, si legge che "nulla è comparabile con quanto sta succedendo. In venti mesi i palestinesi hanno dovuto affrontare atrocità che non hanno precedenti nella storia moderna".
Gaza, l'ong palestinese PCHR: "Israele ha violato la convenzione sul genocidio"
Il titolo del rapporto pubblicato dalla ong palestinese è tutto un programma: "Voci del genocidio", fa luce sulle gravi violazioni commesse contro i civili nella Striscia di Gaza dall'ottobre 2023, che collettivamente costituiscono atti che equivalgono a un genocidio ai sensi del diritto internazionale, e si basa su testimonianze dirette di 1.225 vittime e sopravvissuti. Il rapporto non presenta questi crimini come episodi isolati; piuttosto, li colloca in un contesto storico e politico più ampio, come continuazione di un sistema coloniale perseguito dall'occupazione israeliana in Palestina per oltre 75 anni.
Il processo di documentazione ha dovuto affrontare gravi difficoltà a causa del collasso quasi totale delle infrastrutture, delle ripetute interruzioni delle reti di comunicazione e delle estreme condizioni di sicurezza che hanno limitato l'accesso alle vittime e alle aree colpite. Il bombardamento diffuso e indiscriminato portato avanti dallo Stato ebraico sulle aree civili ha persino causato la morte di tre dipendenti del PCHR e dei loro familiari. Il rapporto prende in esame anche dichiarazioni ufficiali e decisioni politiche e militari delle autorità israeliane, che riflettono la chiara intenzione di commettere un genocidio contro la popolazione palestinese di Gaza.
Le conclusioni del rapporto
Il rapporto conclude che la condotta di Israele costituisce un genocidio contro la popolazione palestinese di Gaza: uccisione intenzionale, gravi lesioni fisiche o mentali, inflizione di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica totale o parziale del gruppo e imposizione di misure volte a impedire le nascite all'interno del gruppo. Episodi perpetrati con l'intento chiaro di distruggere la popolazione palestinese e che hanno portato l'ong a questa conclusione.
È attraverso questo rapporto che il PCHR chiede un'azione internazionale urgente, che includa il deferimento di questi crimini documentati agli organi giudiziari internazionali competenti, a conferma del principio di responsabilità e per proteggere i civili palestinesi dai continui attacchi.
Le dichiarazioni del direttore del PCHR
Così Raji Sourani, direttore del PCHR: "Fin dal primo momento dell'aggressione contro la Striscia di Gaza, ci è stato chiaro, come difensori dei diritti umani e testimoni oculari, che stavamo assistendo a un genocidio. La natura degli attacchi – tra cui bombardamenti aerei su quartieri residenziali e infrastrutture civili vitali, uccisioni e distruzioni su larga scala, sfollamenti forzati e la deliberata fame di civili – unita alle dichiarazioni iniziali dei leader politici e militari dell'occupazione israeliana, costituisce una campagna di genocidio che prende di mira l'intera Striscia di Gaza".
"Il principio fondamentale della Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio è l'intervento immediato per prevenire tali atti prima che si verifichino. È una vergogna per il cosiddetto mondo civile rimanere impotenti, complici o sostenitori dell'occupazione israeliana mentre continua a perpetrare questo crimine per oltre 21 mesi".