Germania, neonazista Sven Liebich diventa trans per scontare condanna di 18 mesi in un carcere femminile, autodichiarazione costata 50€
L’uomo ha cambiato legalmente sesso, assumendo il nome di Marla-Svenja Liebich, avvalendosi della nuova legge sull'autodeterminazione di genere. Con un’autodichiarazione e il pagamento di 50 euro, ha modificato il proprio stato civile e sconterà la pena nel carcere femminile di Chemnitz
Sven Liebich, 55 anni, figura nota in Germania per le sue posizioni neonaziste, omofobe e transfobiche, è diventato simbolo di una provocazione che ha scatenato un acceso dibattito politico. L’uomo ha cambiato legalmente sesso, assumendo il nome di Marla-Svenja Liebich, avvalendosi della nuova legge sull'autodeterminazione di genere. Con un’autodichiarazione e il pagamento di 50 euro, ha modificato il proprio stato civile presso l’anagrafe di Schkeuditz, in Sassonia. Dal 29 agosto entrerà nel carcere femminile di Chemnitz per scontare una condanna definitiva a 18 mesi per istigazione all’odio, diffamazione e ingiurie.
Liebich è stato condannato nel luglio 2023 dal tribunale di Halle, quando era ancora registrato come uomo. Dopo il rigetto di ricorso e revisione, la procura ha disposto l’esecuzione della pena in Sassonia, dove ha residenza.
Germania, neonazista Sven Liebich diventa trans per scontare condanna di 18 mesi in un carcere femminile, autodichiarazione costata 50€
Attraverso il suo profilo sul social X, Liebich ha annunciato l’inizio della detenzione e si è reso disponibile per rilasciare interviste prima dell’ingresso in carcere. Secondo molti osservatori, si tratta di una provocazione diretta contro la legge sull’autodeterminazione, entrata in vigore il 1° novembre 2024, che permette il cambio di genere legale una volta l’anno tramite semplice autodichiarazione.
L’episodio ha acceso le polemiche. “Ritengo inevitabili modifiche a questa legge, anche a tutela di chi deve essere protetto da essa. Il caso Liebich è un esempio deterrente che dimostra che la legge così com’è non può restare”, ha dichiarato al Stern Alexander Hoffmann, capogruppo della CSU al Bundestag.
Anche Günter Krings (CDU), vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Unione per la Giustizia, ha espresso preoccupazioni: “Vediamo ancora un grande bisogno di modifiche perché la legge rende troppo facile cambiare genere, favorendo possibili abusi”. Krings ha anche proposto il trasferimento di Liebich in un carcere maschile: “L’assegnazione a un carcere femminile dovrebbe basarsi sul sesso biologico e non su quello legale, che oggi non ha più rilevanza”.
Il deputato dell’Unione Christoph Ploss è stato ancora più netto, chiedendo l’abrogazione totale della norma: “Se chiunque può cambiare legalmente genere una volta all’anno, vengono messi a rischio, tra l’altro, gli spazi protetti per le donne”. Ha inoltre criticato la possibilità, prevista dalla legge, di agire legalmente contro chi contesti il cambiamento di genere: “La legge voluta dal governo ‘semaforo’ deve essere abolita il prima possibile”.
Nel frattempo, il direttore del portale Nius, Julian Reichelt, ha ottenuto una vittoria legale in un processo con Liebich. Il tribunale di Berlino ha stabilito che l’affermazione secondo cui “Liebich non è una donna” rientra nella libertà di espressione. I giudici hanno riconosciuto un’interferenza nel diritto alla personalità, ma hanno stabilito che in questo caso prevalga il diritto di opinione, vista la valenza critica nei confronti della normativa.
Secondo il procuratore capo di Halle, Dennis Cernota, al momento dell’ingresso in carcere verrà effettuato un colloquio di valutazione per stabilire eventuali rischi per la sicurezza interna. In base agli esiti, potrà essere disposta una diversa collocazione. La decisione, però, spetta ai singoli Länder, responsabili dell’amministrazione penitenziaria.