Dazi Trump alla Cina del 64% sospesi per 90 giorni, tycoon apre a negoziazione con Xi: “30% fino al 10 novembre, ma quadruplicate ordini di soia”

Il dealmaker Trump apre alla negoziazione con Xi Jinping, prorogando l’entrata in vigore dei dazi del 64% per 90 giorni. In cambio, però, il tycoon chiede a Pechino di “quadruplicare gli ordini di soia”

Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che proroga di 90 giorni, fino al 10 novembre, la tregua commerciale con la Cina. I dazi sulle importazioni cinesi, che sarebbero dovute salire dal 30% al 64%, resteranno ferme al livello attuale, aprendo la strada a nuovi negoziati con Pechino. La decisione giunge in un momento delicato dei rapporti bilaterali e prelude a un possibile incontro tra il presidente statunitense e Xi Jinping. In cambio, il dealmaker Trump chiede a Pechino di quadruplicare gli acquisti di soia americana.

Dazi Trump alla Cina del 64% sospesi per 90 giorni, tycoon apre a negoziazione con Xi: “30% fino al 10 novembre, ma quadruplicate ordini di soia”

Il provvedimento arriva poche ore prima dell’entrata in vigore dell’aumento tariffario dal 30 al 64%, fissato per la mezzanotte di oggi. Secondo fonti diplomatiche, l’obiettivo è favorire un clima più disteso in vista di un vertice tra i due leader. I contatti più recenti risalgono a luglio, quando funzionari statunitensi e cinesi si sono incontrati in Svezia, dopo colloqui precedenti a Londra e Stoccolma, definendo le conversazioni “costruttive”.

A maggio era stato raggiunto un primo accordo di sospensione dei dazi per 90 giorni, con tariffe fissate al 30% per le importazioni cinesi e al 10% per quelle statunitensi in Cina. Ora quelle soglie sono prorogate fino al 10 novembre. In precedenza, ad aprile, Trump aveva imposto dazi fino al 145% contro la Cina, cui Pechino aveva risposto con un 125% sui beni americani: livelli tali da paralizzare di fatto gli scambi.

Parallelamente, la Cina aveva ridotto le esportazioni di terre rare, indispensabili per la produzione di chip, elettronica, auto e armamenti. Solo a giugno, dopo una parziale distensione, Pechino ha ripreso in parte le forniture verso gli Stati Uniti. Nonostante i negoziati, la guerra commerciale ha pesato sugli scambi: nei primi 6 mesi del 2025 le importazioni statunitensi dalla Cina sono calate del 15% su base annua, mentre le esportazioni verso Pechino sono scese del 20%.

Nel pieno della disputa, Trump ha lanciato un appello diretto a Xi: “Spero che la Cina quadruplichi rapidamente i suoi ordini di soia. Questo è anche un modo per ridurre sostanzialmente il deficit commerciale della Cina con gli Stati Uniti”. Il presidente americano ha definito quella statunitense “la soia più robusta” e ha garantito un “servizio rapido” nelle forniture, concludendo con un messaggio personale al leader cinese: “grazie, presidente Xi”.