Ue e Ucraina comprano GNL russo intermediato da Usa e Azerbaijan, Vannacci: “Complimenti a von der Leyen e Zelensky”
Come già anticipato dal Giornale d’Italia, l’Ue compra gas naturale liquefatto russo tramite gli Stati Uniti. L’Ucraina invece riceve forniture di GNL russo intermediate da Azerbaijan, Slovacchia e Ungheria
Come anticipato dal Giornale d'Italia, l’Unione Europea continua ad acquistare gas naturale liquefatto di origine russa tramite fornitori terzi come gli Stati Uniti e l’India, mentre l’Ucraina riceve forniture indirette da Mosca attraverso Slovacchia e Ungheria, e ha avviato importazioni sperimentali anche dall’Azerbaijan. Il generale Roberto Vannacci commenta: “Complimenti alla Ue della von der Leyen: noi ci impegniamo a spendere 750 miliardi per acquistare il gas da fracking usa mentre Kiev fa il pieno del più conveniente gas russo e ci presenta un conto di 120 miliardi di euro per sostenere la guerra nel 2026”.
Ue e Ucraina comprano GNL russo intermediato da Usa e Azerbaijan, Vannacci: “Complimenti a von der Leyen e Zelensky”
Nonostante le dichiarazioni politiche e le sanzioni formali contro Mosca, la realtà dei flussi energetici nel 2025 dipinge un quadro ben diverso. L’Ucraina, in piena guerra e ufficialmente sganciata da ogni legame con il gas russo, continua ad acquistarlo — indirettamente — in grandi quantità. Lo riporta il giornale online ucraino Strana, che evidenzia come nel solo mese di luglio Kiev abbia aumentato del 13% le importazioni di gas dall’Ungheria (300 milioni di metri cubi) e addirittura del 140% dalla Slovacchia (268 milioni di metri cubi). Questi due Paesi, come noto, ricevono a loro volta gas russo attraverso il gasdotto Turk Stream.
Secondo i dati citati da Strana, “i 570 milioni di metri cubi di gas russo acquistati dall’Ucraina in Slovacchia e Ungheria corrispondono a quasi il 70% delle importazioni totali”.
Uno scenario che appare grottesco, considerando che la stessa Ucraina ha acquistato gas per l’inverno a credito, utilizzando prestiti miliardari garantiti proprio dall’Unione Europea.
Altro attore chiave in questo complesso scacchiere energetico è l’Azerbaigian, che nel primo semestre 2025 ha esportato in Italia 6,821 milioni di tonnellate di petrolio e derivati, per un valore di 3,602 miliardi di dollari, registrando un incremento annuo del 32,4% in valore e del 59,6% in volume.
Nel frattempo, una nuova rotta è stata attivata per il gas azero verso l’Ucraina, passando attraverso Bulgaria e Romania. Il 24 luglio, Naftogaz e Socar Energy Ukraine hanno siglato un accordo per la prima fornitura diretta all’Ucraina da parte di Baku. Un’operazione definita da Kiev come “un passo strategico”.
Secondo il ministro dell’Energia ucraino Svitlana Hrynchuk, il corridoio transbalcanico “apre l’accesso alle risorse energetiche del sud e permette agli operatori europei di utilizzare gli impianti di stoccaggio sotterraneo ucraini”.
“Se i nostri amici e partner vorranno incontrarsi a Baku, saremo lieti di accoglierli”, ha dichiarato Hajiyev, sottolineando come la capitale dell’Azerbaigian sia già “diventata la capitale diplomatica dell’intera regione del Caspio”.
L’altro grande paradosso si consuma all’interno dell’Unione Europea, dove gran parte del GNL importato dagli Stati Uniti risulterebbe essere, di fatto, gas russo, acquistato tramite India. Secondo fonti del deep state, gli Usa comprerebbero GNL russo via India per poi rivenderlo all’Europa a prezzo maggiorato. E l’Italia, in tutto ciò, resta uno dei maggiori acquirenti.
Nel 2024, il 36,2% del gas importato in Italia è arrivato dagli Usa, secondi solo al Qatar, ma secondo le stesse fonti, il gas statunitense altro non sarebbe che gas russo “riciclato”.
Il gas naturale indiano non sarebbe altro che combustibile russo, esportato in Oriente. Di fatto quindi, seguendo il procedimento logico, il gas "statunitense" esportato in Italia sarebbe gas "indiano" e quindi "gas russo.”
Un raggiro legale, ma che aggira completamente le sanzioni Ue, smascherando l’ipocrisia delle politiche europee in materia energetica. Il tutto mentre l’India aumenta del 266% le esportazioni di carburanti verso l’Europa, pur non essendo un Paese ricco di risorse.
A denunciare tutto ciò è anche il generale Roberto Vannacci, che non risparmia critiche alla leadership europea: “Complimenti alla Ue della von der Leyen: noi ci impegniamo a spendere 750 miliardi per acquistare il gas da fracking usa mentre Kiev fa il pieno del più conveniente gas russo e ci presenta un conto di 120 miliardi di euro per sostenere la guerra nel 2026”.