Ucraina, Medvedev contro ultimatum Trump su cessate il fuoco: “Passo verso la guerra, la Russia non è Israele o l’Iran”

Medvedev ha anche lanciato un monito diretto all’ex alleato americano: "Non percorrere la strada di Sleepy Joe!". Il 15 luglio Trump aveva dato a Mosca un termine di 50 giorni per giungere a un’intesa con Kiev, minacciando in caso contrario pesanti sanzioni, comprese tariffe al 100%

Il nuovo ultimatum lanciato da Donald Trump a Vladimir Putin per fermare il cessate il fuoco in Ucraina scatena l’ira del Cremlino. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, lo accusa di voler avvicinare gli Stati Uniti a un conflitto diretto. “Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Noi non siamo Israele o l’Iran”, ha scritto su X.

Ucraina, Medvedev contro ultimatum Trump su cessate il fuoco: “Passo verso la guerra, la Russia non è Israele o l’Iran”

Se il presidente Usa Donald Trump inizia a perdere la pazienza con l'amico Vladimir Putin, che lo ha "deluso" a tal punto da portare il tycoon a lanciare un nuovo ultimatum ravvicinato per la fine della guerra con Kiev, anche il Cremlino dal canto suo inizia a dare segnali di insofferenza rispetto alle esternazioni sempre più perentorie del leader americano.

Mosca non esclude un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump, ma la tensione tra i due Paesi è ai massimi livelli. La nuova escalation diplomatica è stata innescata dalle dichiarazioni del presidente Usa, che ha annunciato la volontà di ridurre da 50 a 10-12 giorni il tempo concesso alla Russia per chiudere il conflitto con l’Ucraina. Un passo che ha provocato la durissima reazione di Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

"Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra la Russia e l'Ucraina ma con il suo stesso Paese", ha scritto su X Medvedev, rivolgendosi direttamente al tycoon. "La Russia non è Israele e nemmeno l'Iran", ha aggiunto, lanciando un monito diretto all’ex alleato americano: "Non percorrere la strada di Sleepy Joe!".

Trump ha parlato pubblicamente della questione durante una conferenza stampa con il premier britannico Keir Starmer in Scozia, esprimendo tutta la sua frustrazione per l’atteggiamento del Cremlino: "Sono deluso dal presidente Putin, molto deluso. Così vedremo la cosa e ridurrò i 50 giorni che gli ho dato", ha dichiarato.

Il 15 luglio Trump aveva dato a Mosca un termine di 50 giorni per giungere a un’intesa con Kiev, minacciando in caso contrario pesanti sanzioni, comprese tariffe al 100%. Ora però la linea si irrigidisce ulteriormente: "Non sono più così interessato a parlare", ha detto riferendosi all’ipotesi di nuovi colloqui con il leader del Cremlino.

"Non voglio farlo alla Russia, amo il popolo russo, è un grande popolo", ha assicurato Trump, ma ha anche ribadito che "troppe persone stanno morendo". Quanto alla possibilità che Putin abbia mentito nei colloqui riservati con Washington, il presidente Usa ha risposto con cautela: "Non voglio usare la parola mentire. Ma sembrava che in, diciamo, tre occasioni", si fosse vicini a "un cessate il fuoco e forse alla pace".

Poi, ha aggiunto, "all'improvviso, i missili volano su Kiev e altri luoghi. E ho detto, che cosa significa tutto questo? Questo è successo troppe volte, non mi piace".