Austria, 73enne italiano condannato a 8 anni da tribunale di Korneubung: nel 2024 abusi sessuali su rifugiata ucraina 13enne rimasta incinta
L’uomo aveva aiutato la famiglia a cercare un alloggio nel Weinviertel nel 2022. Nel 2024 la 13enne avrebbe risposto agli approcci dell’anziano e avrebbe accettato di “vivere come una coppia innamorata”
Un uomo di 73 anni, di nazionalità italiana, è stato condannato a 8 anni di reclusione dal tribunale di Korneuburg, in Austria, per aver commesso abusi sessuali su una ragazza ucraina di 13 anni, rifugiata nel Paese. Gli abusi, iniziati nel 2024, hanno provocato una gravidanza interrotta successivamente. Nonostante l’imputato si sia in gran parte dichiarato non colpevole, il giudice presidente ha affermato che “non vi è assolutamente alcun dubbio sulla colpevolezza dell’imputato”.
Austria, 73enne italiano condannato a 8 anni da tribunale di Korneubung: nel 2024 abusi sessuali su rifugiata ucraina 13enne rimasta incinta
All’imputato è stato contestato di aver compiuto numerosi abusi su una ragazza, cominciati quando la vittima aveva solo 13 anni. Secondo l’accusa, gli abusi sessuali portarono persino a una gravidanza della giovane ucraina, che fu poi interrotta. Sebbene l’anziano si sia dichiarato in gran parte non colpevole, l’agenzia APA ha citato il giudice presidente, secondo il quale “non vi è assolutamente alcun dubbio sulla colpevolezza dell’imputato”. Tra le attenuanti sono stati considerati la confessione relativa al possesso di materiale pedopornografico, una precedente condotta di vita ordinata e il presunto consenso della vittima. Fattori aggravanti sono stati invece il numero dei reati e il lungo periodo in cui si sono verificati. La sentenza non è definitiva.
Il condannato aveva conosciuto la ragazza in Ucraina e, nell’estate del 2022, aveva aiutato la sua famiglia – una madre con tre figlie – a fuggire in Austria. Organizzò un alloggio nel Weinviertel e da quel momento visse nelle immediate vicinanze della famiglia rifugiata. Secondo la procuratrice Gudrun Bischof, all’inizio del 2024 la tredicenne avrebbe risposto agli approcci dell’anziano e avrebbe accettato di “vivere come una coppia innamorata”. Da quel momento in poi si sarebbero verificati atti sessuali quasi quotidiani. Dopo un test di gravidanza positivo, la ragazza inizialmente desiderava portare a termine la gravidanza, ma fu convinta dalla madre ad abortire.
I fatti emersero quando il proprietario dell’alloggio informò la scuola, che trasmise una segnalazione di pericolo alla prefettura distrettuale. Il 73enne fu arrestato il 30 dicembre dell’anno precedente e posto in custodia cautelare. Fino a quel momento, l’imputato avrebbe avuto contatti sessuali con la ragazza, che nel frattempo aveva compiuto 14 anni. L’uomo negò le accuse di abuso e sostenne di essere sterile – ma una perizia non lo confermò in modo inequivocabile. Si dichiarò falsamente accusato e sospettò motivazioni economiche da parte della famiglia. Confessò solo la produzione di materiale pedopornografico, mostrando però scarso senso di colpa.
All’imputato è stato inoltre contestato l’abuso di un rapporto di autorità, poiché era considerato in parte una figura di sorveglianza della vittima. L’interrogatorio protetto della ragazza è stato mostrato in video durante il processo con giuria popolare, con l’esclusione del pubblico. La madre della vittima ha dichiarato che il 73enne per lei era “come un padre” e che non si era accorta degli abusi fino alla gravidanza della figlia.