Putin frena Trump su attacco a Iran: strategia "divide et impera" per ottenere ok degli Usa su Ucraina e mantenere le alleanze militari con Teheran - RETROSCENA
Il leader del Cremlino si ritaglia uno spazio sempre più di primo piano nel conflitto in Medio Oriente: dopo aver stoppato gli Usa sull'attacco a Teheran, lo zar punta a essere mediatore fra due fronti. Alla base, la volontà di guadagnarsi la fiducia statunitense per prendersi l'Ucraina
Alla base del no agli Stati Uniti sull'attacco all'Iran, la volontà di Vladimir Putin di porsi come intermediario con interessi di parte. Ricoprire il ruolo di mediatore ragionevole in Medio Oriente sarebbe infatti una strategia dello zar per ottenere concessioni territoriali sull'Ucraina da parte degli Usa, troppo impegnati a difendere l'alleato Israele.
Le motivazioni sotto il no di Putin a Trump
Nella giornata di ieri, mercoledì 18 giugno, il presidente degli Usa Donald Trump si è espresso in maniera vaga su un possibile attacco all'Iran, facendo però intendere la possibilità che ciò avvenga. La replica del Cremlino è arrivata poco dopo. La risposta di Putin è stata diplomatica: "Ѐ possibile trovare la soluzione al conflitto in Medio Oriente con le negoziazioni". Già dall'inizio delle ostilità fra Teheran e Tel Aviv, sette giorni fa, lo zar si era offerto di mediare, con un primo beneplacito di Trump, poi ritirato.
La linea con cui Putin vorrebbe mediare sarebbe quella "della ragionevolezza e della diplomazia". Una posizione privilegiata, in quanto è l'unico leader politico mondiale con un canale diretto sia con l'Iran, con cui coopera militarmente, sia con Israele, sia con gli Usa. Ora, il Medio Oriente si è imposto come area di intesse nelle agende sia della Russia, che degli Stati Uniti, insieme alla questione dei territori artici, alla cooperazione economica e all'esplorazione spaziale.
La guerra in Medio Oriente e i suoi vantaggi per la Russia
Se la guerra continuasse in Medio Oriente, ci sarebbero diverse implicazioni che sconvolgerebbero l'equilibrio mondiale a favore della Russia. I tentativi di Trump di negoziare sul nucleare con Teheran farebbero sembrare gli Usa deboli e incapaci di mantenere Israele sotto controllo. Mosca apparirebbe come una voce di equilibrio in un contesto caotico e ostile, riqualificandosi, agli occhi di molti, come attore globale affidabile. L'Occidente sarebbe diviso fra Usa e Unione Europea: i primi più interessati al conflitto, la seconda più cauta. Gli Stati Uniti sarebbero divisi tra il sostegno incondizionato allo storico partner israeliano e il timore di una guerra sempre più allargata.
Si consoliderebbero ulteriormente, invece, i rapporti energetici e militari con l'Iran, soprattutto nell'ambito dei progetti nucleari civili. Questo farebbe da contrappeso alla forza di Israele e destabilizzerebbe il fronte pro-Usa nella regione mediorientale. Il risultato sarebbe una Russia fortificata e ri-posizionata come potenza centrale tra Europa, Asia, Medio Oriente e Nord America.
Il baratto fra Usa e Russia: sul tavolo, Ucraina e la pace
Secondo il politologo russo Malek Dudakov la guerra fra Israele e Iran può potenzialmente migliorare le relazioni fra Stati Uniti e Russia: "Hanno bisogno di noi: sul piano militare gli Usa sostengono Israele, ma c'è una spaccatura nella loro società e anche all'interno del Partito repubblicano. Molti chiedono a Trump di non farsi coinvolgere. Per questo, la mediazione di Putin non è un semplice aiuto, ma una necessità per evitare un'escalation che obbligherebbe Trump ad agire".
Michail Rostovkij, giornalista molto stimato dal Cremlino, ha scritto: "Finché si parla di politica globale, la nostra diplomazia è tenuta a fare una cosa: agire solo nell'esclusivo interesse della Russia. Stiamo parlando di persone e Paesi che non ci sono del tutto estranei, ma questa è una guerra che ci è assolutamente estranea. Noi dovremmo pensare solo a noi, punto e basta".
L'interesse principale della Russia, quindi, ancora più del ritrovare centralità nel mondo, sarebbe quello di avere completa libertà in Ucraina. Con gli occhi del mondo puntati sul neonato conflitto fra Iran e Israele (che rischia di espandersi a macchia d'olio, con tanto di armi nucleari), l'Occidente non presterebbe più attenzione alla guerra in Ucraina. "La Russia non si lascerà sfuggire la chance, utilizzando la situazione in Medio Oriente per rafforzare le sue posizioni. Dovendo scegliere tra gli aiuti militari ed economici all'Ucraina e l'assistenza a Israele, gli Usa senza esitazioni si schiererebbero dalla parte di quest'ultimo, anche perché la Casa Bianca non è in grado di gestire due grandi scontri contemporaneamente", ha teorizzato l'economista russo Mikhail Zhazin. Il ruolo di Putin sarebbe quindi quello di risolvere la situazione in Medio Oriente, togliendo gli Usa da un pericoloso doppio fronte: in cambio, il completamento dell'"Operazione speciale" in Ucraina.