Usa, stretta Trump su ingresso nuovi studenti stranieri: “Obbligo di consegna profili social per valutazione ‘segnali di ostilità’”, la mossa dopo stop a immatricolazioni Harvard e rilascio visti
Gli studenti stranieri che chiedono un visto per frequentare scuole e università americane dovranno infatti rendere accessibili i propri profili social, per consentire ai diplomatici Usa di esaminare la loro attività online. In caso di rifiuto saranno considerati "ostili"
Nuove linee guida del Dipartimento di Stato limitano le libertà personali degli studenti stranieri e impongono l’obbligo di rendere accessibili i propri profili social per ottenere un visto. Il controllo si estende a post, commenti e interazioni online alla ricerca di “ostilità” verso il Paese. Chi rifiuta l’accesso sarà automaticamente considerato sospetto. L’iniziativa, fortemente voluta dall’amministrazione Trump, ha acceso, quindi, il dibattito sulle libertà personali e sul diritto alla privacy. Già il mese scorso, il tycoon aveva bloccato le richieste di visto per gli studenti stranieri, bloccato le immatricolazioni per gli stessi ad Harvard e la sospensione temporanea per le ambasciate della programmazione di nuovi colloqui per i visti.
Stretta Trump su ingresso nuovi studenti stranieri: “Obbligo di consegna profili social per valutazione ‘segnali di ostilità’”, la mossa dopo stop a immatricolazioni Harvard e rilascio visti
Gli stranieri che chiedono un visto per studiare negli Stati Uniti dovranno fornire alle autorità americane l’accesso ai propri profili social, in modo che possano esaminare la loro attività online e rilevare eventuali "segnali di ostilità". Lo ha annunciato ufficialmente il Dipartimento di Stato, in un pacchetto di misure che limita le libertà personali degli studenti stranieri.
Gli studenti stranieri che chiedono un visto per frequentare scuole e università americane dovranno infatti rendere accessibili i propri profili social, per consentire ai diplomatici degli Stati Uniti di esaminare la loro attività online prima di ottenere visti per motivi di studio o di scambio. Un passaggio obbligato, che in caso di rifiuto potrà essere interpretato come volontà di nascondere informazioni sensibili alle autorità.
Le nuove linee guida incaricano i diplomatici Usa di esaminare la presenza online di chi fa domanda per individuare "eventuali segnali di ostilità verso i cittadini, la cultura, il governo, le istituzioni o i principi fondanti degli Stati Uniti". Inoltre, secondo un messaggio riservato ottenuto da Politico, i diplomatici sono tenuti a segnalare qualsiasi "forma di propaganda, aiuto o sostegno a terroristi stranieri e ad altre minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti", nonché "sostegno a molestie o violenze antisemite illegali".
Il controllo delle attività "antisemite" riflette indicazioni analoghe già fornite all'Ufficio per la cittadinanza e l'immigrazione degli Stati Uniti (USCIS), organo che fa capo al Dipartimento della Sicurezza interna. Una prassi che, secondo alcune critiche, rischia di diventare uno strumento per reprimere il dissenso, in particolare verso la condotta di Israele nella guerra a Gaza.
Le nuove disposizioni si applicano alle categorie di visto F, M e J, che comprendono studenti accademici e professionali, nonché i partecipanti a programmi di scambio culturale.
"Gli americani si aspettano che il loro governo faccia tutto il possibile per rendere il Paese più sicuro, ed è esattamente ciò che l'amministrazione Trump sta facendo ogni singolo giorno", ha dichiarato un alto funzionario del Dipartimento di Stato. Lo stesso ha poi aggiunto che il segretario di Stato Marco Rubio "sta contribuendo a rendere l'America e le sue università più sicure, portando allo stesso tempo il Dipartimento di Stato nel XXI secolo".