Australia, tumori in aumento negli under 50, 28mila casi di cancro al colon negli ultimi 30 anni, Ian Brighthope: “Può essere correlato al vaccino Covid”
Si riaccende l'allarme salute in Australia, dove i casi di tumore all'intestino stanno aumentando sempre più rapidamente negli ultimi 50 anni: sono 28 mila i malati diagnosticati negli ultimi 30 anni. Secondo medici australiani come Fornerod e Brighthope, la responsabilità è causa anche dei vaccini Covid
I tumori si rilevano come il killer più prolifico di giovani sotto i 50 anni di tutto il mondo. In Australia c'è allarme per un aumento brusco dei casi di tumore al colon nei giovani adulti, con 28 mila diagnosi negli ultimi 30 anni: ben 4300 in più rispetto alle stime. È il mondo dell'università a lanciare per primo il monito: il professor Mark Jenkins, medico specializzato in tumori al colon-retto, ha dichiarato: "È come un'epidemia, sta peggiorando, ma non sappiamo ancora il motivo".
Le ipotesi che hanno varato finora la maggior parte degli esperti sono le più classiche: obesità, sedentarietà, minor uso di farmaci protettivi, minori visite, esposizione a microplastiche e cambiamenti nel microbioma intestinale. Diversi oncologi e professori di medicina australiani, però, hanno lanciato l'allarme che tra i vaccini Covid e i "turbo cancri" sempre più diffusi ci sia una stretta correlazione.
Australia, tumori in aumento negli under 50, 28mila casi di cancro al colon negli ultimi 30 anni
L'Australia sta affrontando un preoccupante aumento nell'insorgenza di tumori nella fascia d'età 18-50, in particolare quello del colon-retto, che interessa l'ultima parte dell'intestino crasso. Nonostante un calo complessivo dei tassi di cancro intestinale, i casi tra gli australiani sotto i 50 anni stanno aumentando rapidamente: si parla oggi di 28 mila diagnosi in 30 anni. Il professor Mark Jenkins, responsabile dell'Unità di Cancro Colonrettale dell'università di Melbourne, ha lanciato un monito: "Sta peggiorando, sia in Australia, che nel resto del mondo. C'è qualcosa che succede, qualcosa che lo causa, ma non sappiamo cosa".
Ian Brighthope contro i vaccini mRNA Covid
L'oncologo Ian Brighthope si è pronunciato contrario già dal 2024 al programma globale di vaccinazione con mRNA contro il Covid, definendolo "una sperimentazione incontrollata sull'umanità". In soggetti vaccinati con i richiami, Brighthope ha osservato un preoccupante aumento dei "turbo-cancri": "Pazienti che erano in remissione da anni stanno improvvisamente ricadendo in forme di cancro aggressive ed esplosive poco dopo aver ricevuto dosi di richiamo del vaccino Covid. Questi tumori stanno emergendo più rapidamente e con maggiore virulenza di quanto ci si aspetterebbe anche in pazienti considerati stabili da tempo". Il professore ha dichiarato anche: "Le autorità sanitarie pubbliche si rifiutano di riconoscere questa correlazione, nonostante episodi simili vengano segnalati in tutti il mondo, dove sono stati somministrati vaccini mRna".
Gli studi sulla contaminazione del Dna sintetico nei vaccini Covid
Citando gli studi del dottor David Spiker, Ian Brighthope ha parlato anche della "presenza allarmante di Dna sintetico contaminante nei vaccini Pfizer e Moderna, con rischio di instabilità genomica, che potrebbe causare tumori, malattie autoimmuni e altri disturbi gravi". Il professore ha sottolineato: "I livelli di contaminazione riscontrati superavano di 145 volte il limite consentito". La somministrazione indiscriminata dei vaccini potrebbe portare quindi a "gravi conseguenze sanitarie", come casi di cancro a rapida progressione in giovani adulti e altri gravi patologie.
Sono più di 50 gli scienziati e gli accademici di fama mondiale che hanno firmato una lettera inviata lo scorso anno da un parlamentare australiano per chiedere al governo di smettere di iniettare i vaccini Covid a mRna. La decisione è stata presa dopo che test indipendenti su fiale australiane di vaccini mRNA hanno rilevato residui di DNA sintetico fino a 145 volte superiori al limite legale.
È stata citata anche la presenza di una sequenza SV40 enhancer (presente solo nel vaccino Pfizer), “nota da tempo per facilitare l’ingresso nel nucleo delle cellule, anche quando non si stanno dividendo”, aumentando ulteriormente il rischio. Una volta che il DNA sintetico entra nel nucleo della cellula, l’integrazione genomica è possibile, e “quando avviene in una zona errata del genoma, può indurre malattie maligne, in particolare leucemie.”
Sebbene l’integrazione genomica in vivo non sia ancora stata provata, il riassunto elenca 19 fonti scientifiche a supporto delle preoccupazioni e cita prove iniziali di integrazione genomica da vaccino Pfizer in linee cellulari tumorali.