Guerra Gaza, il piano “Clean Break” del 1996 dagli Usa per Netanyahu: “Creazione di uno stato unico con valori occidentali, Israele annienterà i suoi nemici”

Il documento del 1996 prodotto dagli Usa e destinato a Netanyahu proponeva la creazione di uno stato unico israeliano e l’annientamento dei nemici arabi tramite l’uso della forza

Nel 1996, un gruppo di esperti guidato dall'ex assistente del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Richard Perle, redasse un documento strategico destinato a Benjamin Netanyahu, Primo Ministro di Israele. Quel rapporto, noto come “A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm”, parla della “creazione di uno stato unico” a favore di Israele “con valori occidentali” e incita lo stato ebraico ad “annientare i suoi nemici”.

Il piano “Clean Break” per la creazione di un unico stato israeliano, i 6 punti

Il rapporto, preparato dal Study Group on a New Israeli Strategy Toward 2000, all’interno dell’Institute for Advanced Strategic and Political Studies (IASPS), proponeva una rottura netta con le politiche precedenti di Israele, soprattutto usando la filosofia del "territori in cambio di pace". Infatti, il gruppo suggeriva una politica di forza, fondata su valori occidentali e sull’autosufficienza strategica di Israele.

Tra i suoi autori, oltre a Richard Perle, figurano nomi noti come Douglas Feith, James Colbert, Charles Fairbanks Jr., Jonathan Torop, David Wurmser, Meyrav Wurmser e il presidente dell’IASPS Robert Loewenberg. Il contenuto del documento si articola in 6 sezioni, ciascuna delle quali riflette un diverso aspetto della nuova strategia.

  1. Un nuovo approccio alla pace: "Abbiamo perseguito per quattro anni la pace basandoci su un Nuovo Medio Oriente. Noi in Israele non possiamo comportarci da innocenti all'estero in un mondo che non è innocente. La pace dipende dal carattere e dal comportamento dei nostri nemici. Viviamo in un quartiere pericoloso, con stati fragili e rivalità aspre. Mostrare ambivalenza morale tra lo sforzo di costruire uno Stato ebraico e il desiderio di annientarlo, offrendo 'terra in cambio di pace', non garantirà la 'pace ora'. Il nostro diritto alla terra — a cui ci aggrappiamo con speranza da 2000 anni — è legittimo e nobile. Non è in nostro potere, per quanto possiamo cedere, ottenere la pace unilateralmente. Solo l'accettazione incondizionata da parte degli arabi dei nostri diritti, specialmente nella loro dimensione territoriale, la 'pace in cambio di pace', può costituire una base solida per il futuro".
  2. Messa in sicurezza del confine settentrionale: "Le negoziazioni con regimi repressivi come quello siriano richiedono un realismo cauto. Non si può ragionevolmente presumere la buona fede dell’altra parte. È pericoloso per Israele trattare con ingenuità un regime che uccide il proprio popolo, è apertamente aggressivo verso i suoi vicini, coinvolto criminalmente nel traffico internazionale di droga e nella contraffazione, e che sostiene le organizzazioni terroristiche più letali."
  3. Passaggio a una Strategia Tradizionale di Equilibrio di Potere: "Dobbiamo distinguere in modo sobrio e chiaro tra amici e nemici. Dobbiamo assicurarci che i nostri amici in tutto il Medio Oriente non dubitino mai della solidità o del valore della nostra amicizia".
  4. Cambiamento della natura delle relazioni con i palestinesi: "Riteniamo che l’Autorità Palestinese debba essere soggetta agli stessi standard minimi di responsabilità di altri beneficiari di aiuti esteri statunitensi. Una pace solida non può tollerare la repressione e l’ingiustizia. Un regime che non riesce a soddisfare nemmeno i doveri più elementari verso il proprio popolo non può essere considerato affidabile nel rispettare gli obblighi verso i suoi vicini".
  5. Costruire un nuovo rapporto israelo-statunitense: "Israele può fare una rottura netta con il passato e stabilire una nuova visione della partnership con gli Stati Uniti basata sull’autosufficienza, la maturità e la reciprocità — non una focalizzata unicamente sulle dispute territoriali. La nuova strategia di Israele — basata su una filosofia condivisa della pace attraverso la forza — riflette la continuità con i valori occidentali, sottolineando che Israele è autosufficiente, non ha bisogno di truppe americane in alcuna capacità per difendersi, nemmeno sulle Alture del Golan, e può gestire i propri affari. Tale autosufficienza garantirà a Israele una maggiore libertà d’azione e rimuoverà una leva significativa di pressione usata contro di esso in passato".
  6. Trascendere il conflitto arabo-israeliano: "Israele non solo conterrà i suoi nemici; li annienterà".