Parlamento europeo, altro ok al riarmo e al piano di guerra contro la Russia di Von der Leyen: 399 sì e 198 no, sì di FI, Pd spaccato, no di Lega, Avs e M5S, Fdi si astiene
L’Europarlamento ha approvato la relazione sulla difesa comune, il piano di guerra contro la Russia proposto da Von der Leyen. 399 i voti favorevoli, 198 i voti contro. Divisi i partiti italiani
Approvato dall’Europarlamento il piano di guerra contro la Russia proposto dalla presidente della commissione Ursula Von der Leyen. I sì sono stati 399, contro i 198 no e le 71 astensioni. Divisi i partiti italiani: a favore hanno votato Forza Italia e Pd, spaccato al suo interno però, contro, invece, Lega Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle. Fratelli d’Italia astenuti.
Approvato piano di riarmo dall’Europarlamento, partiti italiani divisi
L'assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato, con 399 voti favorevoli, 198 contrari e 71 astenuti, la risoluzione sulla politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione Europea. La discussione si è svolta a partire dalla proposta di un piano di riarmo presentato dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, che è stato anch'esso approvato tramite un emendamento votato per alzata di mano. La posizione della politica europea, tuttavia, ha visto spaccature significative tra i diversi schieramenti, sia a livello nazionale che tra le varie forze politiche dell'Ue.
Il piano di riarmo, ribattezzato "ReArmEu", è stato accolto favorevolmente da Forza Italia e dal Partito Democratico, con l'eccezione dei due eurodeputati indipendenti Cecilia Strada e Marco Tarquinio. D'altra parte, l'intera delegazione di Fratelli d’Italia si è astenuta sia sull'emendamento riguardante il riarmo che sull’intera relazione, suscitando le critiche di Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione dei 5 Stelle, che ha denunciato: "Ancora una volta sulla politica estera e di difesa le forze di governo si dividono, stavolta non in due tronconi ma addirittura in tre."
Per il Partito Democratico, la questione è stata particolarmente spinosa, con una divisione interna che ha messo in evidenza le frizioni tra l'ala riformista e quella più conservatrice. La linea ufficiale, espressa dal capodelegazione Nicola Zingaretti, era di votare contro l'emendamento di riarmo proposto dalla Von der Leyen e a favore del testo più ampio sulla difesa comune europea, sviluppato da popolari, liberali e socialisti, tra cui il Pd stesso. Tuttavia, un gruppo di eurodeputati, tra cui Pina Picierno e Giorgio Gori, ha deciso di sostenere anche il piano di riarmo, ribaltando l'indicazione della segreteria del partito e confermando la divisione interna, che si era già manifestata in occasione di una votazione simile su una risoluzione che accoglieva "con favore il piano ReArm Europe."
Nel testo approvato, la necessità di un’azione difensiva congiunta è emersa chiaramente, sottolineando l'importanza di un cambiamento di paradigma nella politica di sicurezza e difesa dell'Unione, per permettere all’Ue di agire con maggiore efficacia sia nel proprio vicinato che sulla scena globale. La relazione, inoltre, conferma il fermo sostegno dell’Ue all’Ucraina contro l'aggressione russa, esprimendo la volontà di continuare a fornire mezzi militari all'Ucraina per difendersi, respingere le forze russe e ripristinare la sua integrità territoriale.
Tuttavia, il Movimento 5 Stelle ha criticato aspramente la risoluzione, definendola un "inno alla guerra". In una nota, il M5S ha sottolineato la propria opposizione al piano di riarmo europeo, evidenziando come l’emendamento, che prevede l'addestramento delle forze armate e della società civile alla preparazione bellica, fosse inaccettabile. "Noi abbiamo votato no al testo finale anche perché contiene questo emendamento e sabato 5 aprile saremo in piazza con migliaia di cittadini per suonare la sveglia a quest’Europa della guerra e delle armi", ha dichiarato il Movimento, rinnovando il proprio impegno contro una politica di riarmo.
Il M5S ha anche definito "vergognoso" l'approvazione dell'emendamento proposto dal Ppe che accoglie il piano ReArmEu. In un comunicato, il Movimento ha espresso il proprio disappunto per la decisione presa dal Parlamento europeo, ritenendo che l’emendamento avesse orientamenti bellici troppo marcati. Questo voto, secondo il M5S, rappresenta una pericolosa accelerazione verso una politica di guerra piuttosto che di pace, contrastando con la sua visione di una Europa pacifista.
Anche l'Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) ha votato contro la risoluzione, con il capogruppo Peppe De Cristofaro che ha messo in luce la divisione interna alla maggioranza che sostiene il governo Meloni, non solo in Italia ma anche a livello europeo. De Cristofaro ha evidenziato come la posizione della maggioranza in Ue sia ormai frammentata: "In Europa la maggioranza che sostiene il governo Meloni si è divisa ancora una volta", ha dichiarato, sottolineando che mentre la Lega era contraria alla proposta, Forza Italia la sosteneva e Fratelli d’Italia si asteneva.
In un altro importante sviluppo, il Parlamento ha approvato un emendamento sulla strategia di difesa dell’Ue, che invita la Commissione a "aumentare il debito comune per far sì che l’Unione disponga della capacità di bilancio necessaria per contrarre prestiti in situazioni eccezionali e di crisi". L'emendamento è stato approvato con 303 sì e 289 no, con il sostegno di FdI, Forza Italia e Pd, ma l'opposizione di M5S, AVS e Lega.
A livello europeo, la risoluzione ha ricevuto il supporto massiccio dei socialisti e dei verdi, fatta eccezione per i verdi italiani, mentre i gruppi ECR, PPE e Renew hanno visto posizioni contrastanti tra i propri membri. In particolare, i socialisti italiani si sono divisi sul piano di riarmo, con alcuni esponenti che hanno sostenuto il progetto nonostante la linea ufficiale del partito.