Raid di Israele a Gaza durante la tregua, Smotrich e il piano di "pulizia etnica": "Abbiamo il sostegno Usa per aprire le porte dell'inferno a Gaza, via tutti i palestinesi entro 450 giorni"

8 palestinesi morti nei raid a Gaza, nella notte lo stato ebraico ha attaccato anche il sud della Siria

Israele è tornata a bombardare Gaza durante la tregua in vigore dal 19 gennaio tra lo stato ebraico e le autorità di Hamas e mentre a Doha le delegazioni Usa e dei paesi arabi stanno lavorando per ottenere un accordo di cessate il fuoco. Raid aerei israeliani hanno colpito nella notte anche nel sud della Siria, dove l'aeronautica dello stato ebraico ha fatto di sapere di aver neutralizzato "una minaccia per lo Stato di Israele e per le attività dell'Idf".

Lo stato ebraico bombarda Gaza durante il cessate il fuoco, raid anche in Siria

Israele ha bombardato la Striscia di Gaza durante i colloqui di cessate il fuoco e con una tregua in corso. L'esercito israeliano ha giustificato gli attacchi con la "precedenza di 3 terroristi vicino alle truppe dell’esercito nella zona di Nuseirat che cercavano di nascondere un ordigno esplosivo nel terreno". Almeno 8 palestinesi sono morti negli attacchi israeliani a Netzarim e a Jenin.

L'offensiva israeliana è accompagnata dall'interruzione delle forniture di elettricità alla Striscia di Gaza, ordinata domenica 9 marzo dal ministro dell'Energia israeliano Eli Cohen, come parte di un'azione per fare pressione su Hamas affinché rilasci più ostaggi. Il membro dell’ufficio politico di Hamas, Izzat al-Risheq, aveva commentato definendo l'azione di Israele una "punizione collettiva, che che equivale a un crimine a tutti gli effetti”.

Altri attacchi raid si sono registrati nella notte anche nel sud della Siria, dove l'aeronautica israeliana sostiene di aver "colpito postazioni di comando e siti militari contenenti armi e attrezzature militari appartenenti al regime siriano".

Smotrich: "Guerra intensa molto presto, via tutti i palestinesi dalla Striscia"

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezael Smotrich, ha dichiarato che la "guerra intensa riprenderà molo presto", ed ha aggiunto inoltre dettagli cruenti sulle ambizioni dello stato ebraico. "Dopo una visita in cui ho incontrato i miei omologhi a Washington", ha affermato il ministro, "posso dire che Israele ha il pieno appoggio e supporto per aprire le porte dell’inferno ad Hamas a Gaza".

Inoltre, il piano ebraico prevede una "pulizia etnica" della Striscia con un'"amministrazione per l'emigrazione", un dipartimento con il compito di "supervisionare "l'espulsione entro 450 giorni di 5mila residenti palestinesi da Gaza al giorno", in modo "controllato e cadenzato". Smotrich ha inoltre affermato che il nuovo capo di stato maggiore, Eyal Zamir, "ha un piano più rapido e più intenso di prima", tra i suoi obiettivi: "l'occupazione della Striscia di Gaza, la completa distruzione di Hamas e il ritorno degli ostaggi".