Estonia, vietato il russo nelle scuole dal 2030, lingua parlata dal 28% della popolazione, Kallas: "necessario per identificarsi come estoni e non come russi"

Nella capitale circa il 40% dei bambini è russofono, a Narva, terza città più grande del paese, il 90% della popolazione

L'Estonia vieterà il russo nelle scuole dal 2030. La repubblica estone sta riformando il proprio sistema scolastico e perciò la ministra dell'Istruzione Kristina Kallas ha annunciato che il russo sarà eliminato gradualmente dagli istituti. Per la ministra il provvedimento è "necessario per identificarsi come estoni e non come russi". Il 28% della popolazione parla il russo e in alcune città è la lingua maggioritaria.

Estonia, vietato il russo nelle scuole dal 2030, lingua parlata dal 28% della popolazione, Kallas: "necessario per identificarsi come estoni e non come russi"

Il russo è parlato in Estonia da circa il 28% della popolazione. A causa dell'appartenenza all'Unione Sovietica il russo è da molto tempo una lingua parlata nel paese, con diversi luoghi dove è più parlata della lingua ufficiale (come accade in Italia nel Sud Tirolo ad esempio). A Narva, la terza città più grande dell'Estonia, il 90% della popolazione è russofona, mentre nella capitale Tallin il 40% dei bambini parla russo.

Inaspettato quindi il provvedimento di riforma scolastico annunciato dalla ministra dell'Istruzione Kristina Kallas. Dal 2030 il russo non sarà più parlato nelle scuole, con l'estone che sarà l'unica lingua  di insegnamento. L'eliminazione avverrà in maniera "graduale" fanno sapere dal ministero, ma da qua a 5 anni il russo non sarà più lingua di insegnamento, nemmeno nelle città a larga maggioranza russofona come Narva. L'Estonia è in linea con la politica degli altri Stati Baltici appartenenti all'UE, che "temono" una "manipolazione delle minoranze russe". La Lettonia sta analogamente eliminando il russo dalle scuole, sostituendolo con il lettone.

La ministra Kallas ha detto che la riforma arriva proprio in questo momento perchè "per molto tempo è mancata l'assertività politica perché c'erano forti tentativi di interferenza da parte della Russia". La Kallas ha poi aggiunto: "È molto triste, ma in un certo senso l'aggressione russa all'Ucraina è stata l'elemento decisivo per abbattere la resistenza a questa riforma scolastica. La mia grande preoccupazione è che l'esistenza di un sistema scolastico separato in lingua russa abbia un impatto negativo sui bambini russofoni. Questo sistema educativo totalmente separato e parallelo ha fatto sì che i bambini di lingua russa siano stati completamente esclusi dalle opportunità di formazione estone dopo il diploma (russo), e questo vale anche per il mercato del lavoro. Pertanto, dobbiamo riformare questo sistema scolastico e fornire un accesso paritario ai corsi insegnati in estone. Per la generazione nata dopo che l'Estonia ha riconquistato l'indipendenza, è necessario che si veda come estone e che si identifichi con la nazionalità estone, senza dover rinunciare al senso di appartenenza alla Russia. Queste identità non si escludono a vicenda".