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L'Estonia proibisce l'insegnamento della lingua russa: un esempio di grettezza e meschina discriminazione: e l'Unione Europea assiste senza batter ciglio

Vietare l'insegnamento di una lingua parlata dal 28% della popolazione è un atto in contrasto con la normativa europea, ma contro i russofoni tutto è lecito

01 Marzo 2025

Kallas (UE): "Prepararsi alla guerra con la Russia", Bruxelles vuole il conflitto e invita i suoi Stati a investire di più nelle armi

Kaja Kallas, fonte: imagoeconomica

Il 7 febbraio 2018, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sulla protezione e la non discriminazione delle minoranze negli Stati membri dell'UE. Tale risoluzione incoraggia gli Stati membri a garantire il diritto a utilizzare una lingua minoritaria e a proteggere la diversità linguistica all'interno dell'UE.

Nonostante tale normativa, il 15 gennaio 2024 l'allora Primo Ministro estone Kaja Kallas fece tagliare i fondi pubblici destinati a sostenere l'insegnamento della lingua russa.

In una nazione dove il 28% della popolazione parlava russo, la decisione era manifestamente discriminatoria. Ciò nonostante, nessuno tra i paladini della libertà e dei diritti che siedono al Parlamento europeo ha mosso una critica.

Così, sapendo di godere di un'assoluta libertà di manovra, il Governo estone ha varato nei giorni scorso una legge che vieta l'insegnamento della lingua russa e prevede l'abolizione del russo entro il 2030.

Da giurista, inorridisco. La nostra Costituzione, al suo articolo 6, prevede la tutela delle minoranze linguistiche. Se Giorgia Meloni vietasse l'insegnamento del tedesco nelle scuole altoatesine (sudtirolesi), ritengo che verrebbe sommersa dalle proteste in ambito locale e comunitario.

Ma contro la minoranza linguistica russofona tutto è lecito, tutto è permesso.

Ho orrore di ogni estremismo. In questo caso – poi - frutto di isteria collettiva, desiderio di rivalsa e (nel caso di Kaja Kallas) un'evidente condizione patologica. “La tregua e i negoziati possono arrivare solo dopo che l'Ucraina sarà rafforzata con un pacchetto sufficiente di armi”... Invio di soldati europei in Ucraina? “Credo che non si debba escludere nulla”... e, proprio ieri, la richiesta di “...aderire a una super colletta per raccogliere almeno 6 miliardi di aiuti destinati all'esercito di Kiev”.

Le leggi non si fanno o disfano a seconda di chi sia il soggetto tutelato. Che sia l'altoatesino o il russofono (del Donbass o estone), un essere umano ha il sacrosanto diritto di parlare la lingua che hanno parlato i suoi antenati e parlano i membri della sua comunità.

Io – sommessamente – aprirei una super colletta per rinchiudere certa gente in manicomio criminale.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 1 marzo 2025

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Commenti all'articolo

  • Miles

    Miles

    01 Marzo 2025 - 20:26

    Giova ricordare che nei paesi baltici, così come in Moldova (non soltanto in Transnistria) a danno dei Romeni, i russi sono stati “piazzati” dagli zar o dall’URSS.

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