Accordo Hamas-Israele, oggi il voto del governo israeliano sul cessate il fuoco, bombardata ancora la Striscia, 81 morti

Mentre il governo israeliano si prepara a decidere sull’accordo per il cessate il fuoco, l’IDF bombarda Gaza provocando 81 morti

Non si sono fermati i bombardamenti a Gaza nemmeno durante l’annuncio dell’avvenuto accordo tra Israele e Hamas. Mentre Netanyahu dichiarava ai microfoni dei media israeliani e del mondo che un accordo era stata raggiunto e che il governo dello Stato ebraico si preparava a votarne la messa in atto, l’esercito israeliano ha bombardato la Striscia, uccidendo almeno 81 palestinesi.

Se approvata dal governo israeliano, la tregua avrà effetto a partire da sabato 19 gennaio, ma sono molti ancora gli interrogativi sulle modalità e sui dettagli dell’accordo.

Le dichiarazioni si susseguono. Il funzionario di Hamas Izzat al-Risheq ha affermato a margine delle ultime discussioni sulla tregua nella capitale qatariana Doha, che l’accordo soddisfa tutte le condizioni del gruppo che governa Gaza: completo ritiro delle truppe IDF dalla Striscia, il ritorno degli sfollati alle loro case e la fine definitiva della guerra. 

Il governo israeliano ritarda il voto sul cessate il fuoco

Dall’altro lato, in Israele, la narrazione è diversa. Già nei primi minuti dopo l’annuncio dell’avvenuto accordo l’ufficio del primo ministro Netanyahu ha fatto trapelare la notizia che Hamas si sarebbe tirato indietro all’ultimo momento, in particolare su alcuni dettagli dell’accordo, causando quindi una crisi dell’ultimo minuto che ha ritardato il voto del governo israeliano sull’accordo. Al momento l'ufficio del primo ministro ha fatto sapere che il governo non ha ancora programmato una data per la votazione sull'accordo ed ha accusato Hamas di ritrattare parti del patto sul cessate il fuoco.

“Il gabinetto israeliano non si riunirà finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell'accordo”, ha affermato Netanyahu quando sia Trump che Biden avevano annunciato il raggiungimento dell’accordo.

La notizia sarebbe potuta trapelare ad arte dal gabinetto di Netanyahu per calmare la fronda politica degli elementi più estremisti del suo governo, in particolare quella dell’attuale Ministro delle finanze Bezalel Smotrich.

Bezalel Smotrich minaccia le dimissioni

Il leader del partito Sionismo Religioso ha infatti minacciato le dimissioni che avrebbero dato inizio ad un terremoto politico in Israele, ritardando quindi la deliberazione del governo sull’accordo con Hamas.

Il ministro di estrema destra infatti potrebbe dimettersi in opposizione all’accordo che ha definito “cattivo e pericoloso” e che teme possa danneggiare la sua reputazione politica tra gli elettori del partito dell’estrema destra religiosa. Smotrich aveva promesso infatti che il suo partito sarebbe rimasto al governo soltanto nel caso in cui Israele avrebbe continuato i bombardamenti su Gaza anche dopo la liberazione degli ostaggi.

Il governo di Netanyahu cammina su un filo sottile, con una maggioranza di un solo seggio nel caso in cui i sette deputati del partito Sionismo Religioso dovessero dimettersi.

La guerra di Israele a Gaza ha ucciso almeno 46.707 palestinesi e ne ha feriti 110.265 dal 7 ottobre 2023. Almeno 1.139 persone sono state uccise in Israele durante gli attacchi guidati da Hamas quel giorno e più di 200 sono state fatte prigioniere.