Trump, fissata al 10 gennaio sentenza per il caso pornostar Stormy Daniels, esclusa la carcerazione, legali: "Violata l'immunità"

A maggio presidente eletto ritenuto colpevole di 34 reati di frode, la sentenza fissata per il 10 gennaio dal giudice della Corte Suprema

Usa, il giudice della Corte Suprema Juan Merchan ha fissato al 10 gennaio la sentenza per il presidente eletto Donald Trump sul caso del pagamento occulto nei confronti della pornostar Stormy Daniels. Merchan non intende condannare il tycoon al carcere. Trump era stato ritenuto colpevole a maggio dell'anno scorso di aver falsificato documenti finanziari per nascondere il pagamento di 130mila dollari, usati per silenziare Daniels che aveva minacciato nel 2016, in piena campagna elettorale, di rivelare a un tabloid il rapporto sessuale extraconiugale avuto con l'allora candidato presidente. Il portavoce del presidente eletto, Steven Cheung, ha definito la decisione "una violazione dell'immunità presidenziale"Ma la sentenza farà del tycoon il primo condannato a guidare gli Stati Uniti.

Fissata al 10 gennaio la sentenza per Donald Trump sul caso di pagamento occulto alla pornostar Stormy Daniels

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump conoscerà il 10 gennaio - 10 giorni prima del suo insediamento alla Casa Bianca - l'ammontare della condanna per i 34 reati di frode per cui è stato dichiarato colpevole dal gran giurì a New York, nel maggio scorso. Lo ha deciso il giudice della Corte suprema statale Juan Merchan, che ha escluso una condanna al carcere per il tycoon.

Inizialmente Trump avrebbe dovuto essere condannato il 26 novembre, ma Merchan aveva posticipato la sentenza a tempo indeterminato dopo la vittoria elettorale di 'The Donald'. Il pm di Manhattan Alvin Bragg si era opposto e aveva suggerito a Merchan di rinviare la condanna alla fine della presidenza. Il caso su cui verrà espressa la condanna per Donald Trump riguarda il pagamento in nero di 130 mila dollari, avvenuto nel 2016, in piena campagna presidenziale, per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels, che aveva minacciato di rivelare di aver avuto un rapporto sessuale nel 2006 con il tycoon, in occasione di un torneo di golf. La donna aveva contattato, con il suo agente, nell'ottobre 2016, il direttore di un magazine, Enquirer, offrendogli la storia in cambio di soldi. Venne coinvolto l'avvocato di Trump, Michael Cohen, che anticipò di tasca propria i 130 mila dollari per evitare che la storia emergesse. Trump poi vinse le elezioni e, una volta entrato alla Casa Bianca, versò i soldi sul conto dell'avvocato. Il tycoon ha sempre detto che si trattava del pagamento di un onorario e non per il caso della donna.

Steven Cheung, direttore delle comunicazioni di Donald Trump, definisce la decisione del giudice Merchan una "caccia alle streghe" e "una violazione diretta della sentenza della Corte Suprema sull'immunità presidenziale e di altra giurisprudenza di lunga data". "Questo caso illegale - afferma - non avrebbe mai dovuto essere portato avanti e la Costituzione richiede che venga immediatamente archiviato. Al presidente Trump deve essere consentito di continuare il processo di transizione presidenziale e di svolgere i doveri vitali della presidenza, senza essere ostacolato dai resti di questa o di qualsiasi restante caccia alle streghe. Non dovrebbe esserci alcuna sentenza e il presidente Trump continuerà a combattere contro queste bufale finché non saranno tutte morte"