Mohammad Abedini, chi è il "tecnico dei droni" arrestato a Malpensa su mandato Usa, lui la causa della possibile rappresaglia in Iran su Cecilia Sala

Mohammad Abedini-Najafabadi, cittadino svizzero-iraniano di 38 anni, è stato fermato il 16 dicembre 2024 - tre giorni prima dell'arresto di Sala - all’aeroporto di Milano-Malpensa

C'è un filo che lega l'arresto a Malpensa di Mohammad Abedini a quello in Iran di Cecilia Sala. Mohammad Abedini-Najafabadi, cittadino svizzero-iraniano di 38 anni, è stato fermato il 16 dicembre 2024 - tre giorni prima dell'arresto di Sala - all’aeroporto di Milano-Malpensa mentre transitava da Istanbul verso la Svizzera. Il consolato iraniano, intervenuto per ottenere informazioni sul suo connazionale, non ha ricevuto autorizzazione dall’arrestato a proseguire. Abedini, difeso d’ufficio, ha rifiutato di rendere dichiarazioni o accettare l’estradizione chiesta dagli Stati Uniti, rispondendo con un secco “no” durante l’udienza di convalida dell’arresto.

Le autorità statunitensi lo accusano di essere una figura chiave nella fornitura di tecnologia per i droni impiegati dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), inserito dagli USA nella lista delle organizzazioni terroristiche. Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, il sistema di navigazione di un drone che il 28 gennaio 2024 colpì la base statunitense "Tower 22" in Giordania, provocando la morte di tre soldati americani e il ferimento di altre 38 persone, sarebbe stato acquistato nel Massachusetts. Abedini è accusato di aver aggirato le normative statunitensi sul controllo delle esportazioni tramite la società svizzera Illumove Sa, utilizzata come copertura per fornire il materiale tecnologico all’Irgc.

Le implicazioni legali la strategia iraniana contro Cecilia Sala

Abedini è accusato dal tribunale di Boston di cospirazione, associazione a delinquere e violazione delle leggi sul commercio di componenti elettronici a duplice uso civile e militare. Questi reati, secondo le leggi americane, potrebbero costargli l’ergastolo. A Boston è stato arrestato contemporaneamente anche un presunto complice, Mahdi Mohammad Sadeghi, cittadino americano e iraniano, che lavorava in un’azienda produttrice di semiconduttori nel Massachusetts.

La richiesta di estradizione di Abedini da parte degli Stati Uniti è avvenuta in Italia e non in Svizzera, dove risiede, per evitare potenziali complicazioni diplomatiche: dal 1979, infatti, la Svizzera rappresenta gli interessi americani in Iran. Dopo l’arresto, il console iraniano ha visitato Abedini nel carcere di Busto Arsizio e ha chiesto che fosse riportato lì, dopo un iniziale trasferimento al carcere di Rossano, in Calabria.

Alcuni analisti suggeriscono che l'Iran possa aver arrestato Sala come forma di pressione sull'Italia, utilizzando una strategia nota come "diplomazia degli ostaggi", per ottenere il rilascio di Abedini o influenzare le decisioni italiane riguardo alla sua estradizione verso gli Stati Uniti.

Le accuse contro Abedini

Secondo gli Stati Uniti, Abedini avrebbe diretto l’azienda iraniana San’at Danesh Rahpooyan Aflak Co (Sdra), tramite la quale avrebbe procurato tecnologia cruciale per i droni impiegati in operazioni militari, incluso l’attacco in Giordania. La vicenda si inserisce in un contesto di tensioni crescenti tra Iran e Stati Uniti, con quest’ultimo impegnato a reprimere reti che forniscono supporto tecnologico ai pasdaran.

Il caso evidenzia la complessità degli equilibri internazionali e delle implicazioni legali legate al commercio di tecnologie a duplice uso, rendendo la vicenda di Abedini un nodo cruciale nei rapporti tra Iran, Stati Uniti e Europa. L’estradizione sarà decisa dalla Corte d’Appello di Milano, ma l’ultima parola spetterà al ministro della Giustizia italiano.