Zelensky da Parigi a Roma alla ricerca di armi, mattinata a Londra con Starmer e Rutte per il "piano della vittoria", domani udienza dal Papa poi a Berlino

Il presidente ucraino cerca nuove armi, oltre a rinnovato sostegno finanziario e militare durante il suo tour europeo, con l'obiettivo di accelerare il "Piano della vittoria" e porre fine alla guerra entro il 2025, mentre crescono le incertezze sugli aiuti occidentali e procede l'avanzata russa su più fronti

Zelensky questo pomeriggio sarà a Parigi e poi volerà a Roma per incontrare la premier Meloni, in un tour 'lampo' europeo alla ricerca di nuove armi: prima di atterrare nella capitale francese, in mattinata il presidente ucraino era a Londra, impegnato in un incontro con il primo ministro inglese Keir Starmer e il neo-segretario generale della NATO Mark Rutte, per cominciare a discutere il suo "Piano della vittoria", evocato più volte come road map per mettere fine alla guerra con la Russia entro il 2025. Stessa storia stasera a Roma, dove il presidente ucraino cenerà alle 20:15 con Giorgia Meloni a villa Doria Pamphilj. Domani invece, sarà in udienza da Papa Francesco, come annunciato ieri dalla sala stampa del Vaticano, poi sempre domani in serata, sarà a Berlino. Proprio il piano di Zelensky è stato al centro di una discussione a tre avuta stamani a Downing Street con il premier britannico e con Rutte, unitosi ad un certo punto a colloquio iniziato, come ha sottolineato lo stesso Starmer a conclusione dell'incontro. La capitale inglese è stata la prima di quattro tappe nei principali Paesi dell'Europa occidentale dopo il passaggio del leader ucraino ieri a Dubrovnik, in Croazia, per il terzo summit Ucraina-Europa sud-orientale con i leader balcanici: Un tour che mira a ottenere nuove garanzie sul sostegno a Kiev in una fase difficile della guerra con la Russia.

La pace è davvero a portata per il 2025?

Il premier ucraino ha più volte menzionato un "Piano della vittoria" preparato da Kiev, che vorrebbe presentare alla conferenza di pace prevista per il prossimo novembre. Ha promesso che il piano "descriverà dettagliatamente le condizioni per una giusta fine della guerra", ha affermato. Zelensky approfitterà del restante tour europeo per ribadire le sue richieste per rafforzare l'equipaggiamento militare dell'esercito ucraino: in merito al sostegno militare, finanziario e umanitario promesso dagli alleati occidentali all’Ucraina, ieri 10 ottobre l'istituto di ricerca tedesco Kiel Institute aveva affermato che: "A partire dal prossimo anno, l'Ucraina potrebbe trovarsi di fronte a una grave carenza di aiuti", si legge nel report dell'istituto. Gli esperti del Kiel hanno considerato anche il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e l’eventualità che "potrebbe bloccare i futuri piani di aiuto al Congresso". Secondo le proiezioni dell'istituto di ricerca, gli aiuti militari e finanziari ammonterebbero rispettivamente a 59 e 54 miliardi di euro nel 2025 se i donatori occidentali mantenessero i loro livelli di aiuti. Ma questi finanziamenti si ridurrebbero della metà, a 29 e 27 miliardi di euro, senza nuovi aiuti statunitensi. Ieri Volodymyr Zelensky affermava al vertice di Dubrovnik che "la situazione sul campo di battaglia crea l'opportunità di fare questa scelta, la scelta di un'azione decisiva per porre fine alla guerra non più tardi del 2025", mentre oggi Vladimir Putin avanza non solo in Ucraina, ma anche su altri fronti, soprattutto in Africa: l’iniziativa russa sta segnando dei punti contro l’Occidente nella parte occidentale del continente, con la firma di accordi nel campo dei satelliti telecom con tre governi: Mali, Niger, Burkina Faso. Tutti e 3, hanno cancellato accordi di cooperazione nella sicurezza con America e Francia, hanno espulso truppe di Washington o Parigi che si trovavano sui loro territori. E confidano ora nella cooperazione di Mosca per fronteggiare le milizie islamiche dell’Isis o di Al Qaeda. Nel Mali Al Qaeda ha ucciso di recente 50 soldati governativi. In Burkina Faso si stima che i guerriglieri islamici scorrazzino impunemente in due terzi del territorio.