Scandalo Puff Daddy, via al processo per il producer accusato di stupro e traffico sessuale: “Sul banco fino a 20 anni di carcere”
È iniziato il processo ai danni di Sean Combs, il producer musicale che sarebbe accusato di centinaia di reati. Diddy, in arresto dal 16 settembre, rischierebbe fino a 20 anni di carcere. Secondo alcuni racconti non avrebbe mangiato per giorni e si troverebbe ora in una “profonda crisi depressiva”
A New York è cominciato il processo ai danni del rapper e producer musicale Sean Combs, in arte Puff Daddy o P. Diddy, rinchiuso dallo scorso 16 settembre in un carcere di Brooklyn per le presunte accuse di stupro, traffico sessuale e racket. Il fondatore della Bad Boy Records, vincitore di 3 Grammy, negli ultimi mesi era stato inondato di denunce, dopo la prima scattata dall’ex compagna Cassie Ventura per presunte violenze.
Scandalo Puff Daddy, via al processo per il producer accusato di stupro e tratta di esseri umani
Sono ormai centinaia le denunce ai danni di Puff Daddy, soprattutto dopo i suoi famigerati White Party, in cui avrebbe drogato, picchiato e stuprato le sue vittime. A queste feste avrebbero partecipato moltissimi artisti e vip, alcuni anche accusati di essere complici delle violenze perpetrate dal rapper. Nella sua casa era stato sequestrato un enorme quantitativo di olio per bambini, secondo alcuni utilizzato durante “le orge” organizzate dal padrone di casa. In base alle accuse per Combs potrebbe addirittura scattare l’ergastolo, ma gli esperti di diritto americano sostengono che, non essendoci morti legati ai suoi reati, probabilmente la condanna ruoterà intorno i 10 e i 20 anni di carcere.
Le richieste respinte della difesa
Da quando è stato arrestato, il 16 settembre scorso, i suoi legali hanno più volte fatto istanza per far tornare il rapper a casa in attesa del processo, proponendo una cauzione di 50 milioni di dollari, la classica cavigliera con GPS e una ristrettissima lista di visitatori. Il tribunale ha però sempre rifiutato le richiesta perché, secondo il giudice, con Diddy fuori sarebbero “troppi i rischi per processo”.
Il timore è che Combs, forte del suo enorme potere economico, potrebbe convincere qualche testimone a “ritirarsi dal banco” o addirittura “scappare all’estero”. Inoltre, è stata negata la possibilità di un trasferimento in una prigione più tranquilla nella contea di Essex, nel New Jersey, rispetto a quella in cui si trova attualmente, notoriamente molto più rigida. Tuttavia, il rapper continua a dichiararsi innocente rispetto alle accuse a suo carico.
Secondo la difesa non sarebbe stato l'accusato a cercare di corrompere eventuali testimoni ma loro stessi a cercare Diddy per quello che, secondo loro, si profilerebbe come una sorta di “distorto ricatto”. Il producer, secondo diversi racconti delle ultime settimane, avrebbe rifiutato il cibo per giorni e sarebbe stato monitorato 24 ore su 24 perché in “profonda crisi depressiva” e “alto rischio di suicidio”.