Hunter Biden "chiese aiuto all'ambasciata Usa in Italia nel 2016 per per favorire un affare che coinvolgeva la società ucraina del gas Burisma"
Hunter Biden avrebbe chiesto aiuto al dipartimento degli Esteri degli Stati Uniti per degli affari personali. Otto anni fa, il figlio di Joe avrebbe scritto una lettera all’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia chiedendo assistenza per la società ucraina del gas Burisma, del cui consiglio d’amministrazione faceva parte
Nuove ombre su Hunter Biden: nuove indiscrezioni dagli Usa rivelano come il figlio del presidente nel 2016 abbia chiesto aiuto all'ambasciata americana in Italia per realizzare un progetto energetico in Italia per conto della compagnia ucraina del gas Burisma. È il New York Times a rivelarlo, che aggiunge come l’attuale amministrazione "per anni aveva evitato di rendere pubblici". Secondo il quotidiano, Biden Jr. avrebbe scritto una lettera in merito all’allora ambasciatore in Italia, John R. Phillips, con una richiesta che creò disagio ai funzionari statunitensi, tanto che un responsabile scrisse: “Voglio stare attento a non promettere troppo”. Dopo la rivelazione, Philips ha sostenuto di non ricordare quella lettera, spiegando che ne riceveva molte e che se il figlio dell’allora vicepresidente gli avesse scritto "certamente vi avrei prestato attenzione. Come cortesia, mi sarei probabilmente assicurato che ricevesse una risposta di qualche genere, ma non necessariamente da me. E non avrei voluto incoraggiarla, perché non avrei voluto che fossimo coinvolti in qualcosa del genere".
Hunter Biden "chiese aiuto all'ambasciata Usa in Italia nel 2016 per un progetto energetico ucraino in Toscana"
Hunter Biden avrebbe chiesto aiuto al dipartimento degli Esteri degli Stati Uniti per degli affari personali. Otto anni fa, il figlio di Joe avrebbe scritto una lettera all’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia chiedendo assistenza per la società ucraina del gas Burisma, del cui consiglio d’amministrazione faceva parte. Secondo quanto asserito da un portavoce della Casa Bianca, Joe Biden all'epoca dei fatti non era a conoscenza delle richieste di suo figlio. Le richieste avrebbero messo in imbarazzo il dipartimento di Stato.
Per Hunter comunque i guai sembrano non finire mai: lo scorso giugno stato dichiarato colpevole per possesso illegale di arma da fuoco alla luce della sua passata dipendenza da cocaina e crack. Il prossimo mese è invece previsto l’inizio del processo che lo vede accusato per frode fiscale.
La risposta dell'ambasciata Usa
"Questa è una azienda ucraina e, per tutelarci, il governo degli Stati Uniti non dovrebbe attivamente promuoverla presso il governo italiano senza che l’azienda passi prima attraverso il D.O.C. Advocacy Center” fu la risposta dell’ambasciata Usa, facendo riferimento al programma del dipartimento del Commercio americano che promuove gli affari delle aziende statunitensi presso i governi stranieri.
Gli avvocati di Hunter Biden: "Non si è materializzato nessun incontro"
Secondo gli avvocati del secondogenito del presidente, "Hunter ha chiesto a varie persone, incluso l'allora ambasciatore Usa in Italia, John R. Phillips, se potessero organizzare un incontro tra Burisma e il presidente della Regione Toscana, dove la società ucraina voleva portare avanti un progetto geotermico. Non si è verificato alcun incontro, nessun progetto si è materializzato e la richiesta era totalmente appropriata".