L'accordo segreto tra Putin e Trump, Kharkiv presa dallo zar e lo stop a 12 ore da Kiev, Ucraina divisa in 2, il sud-est alla Russia e l'altra guidata da un 'fedelissimo', passo indietro Nato in Est Europa - ESCLUSIVA

La pace dunque potrebbe arrivare presto, nonostante le fughe in avanti della Nato e della Francia, Zelensky pronto a godersi una pensione di 300 milioni di euro in Qatar

"La guerra in Ucraina finirà presto, molto prima di quanto ci si possa immaginare. Già il prossimo mese, quando l'esercito russo conquisterà la già accerchiata Kharkiv. Mosca potrebbe continuare e completare la sua opera, ma si fermerà, non andrà oltre e non avanzerà fino a Kiev".

Il motivo? Secondo dei rumors raccolti da il Giornale d'Italia, Putin avrebbe pronto un piano con l'ex presidente americano Donald Trump. Ecco cosa prevede.

Ucraina, l'accordo segreto tra Putin e Trump, lo zar prende Kharkiv e poi si ferma, l'Ucraina si divide in due e Zelensky fugge in Qatar - RUMORS

Alla base dell'accordo ci sono due principali punti: la divisione in 2 dell'Ucraina e l'"exit" dal controllo americano ed europea.

"Putin prenderà Kharkiv", a nord-est dell'Ucraina, quasi al confine con il territorio russo e a circa 380 km di autostrada da Kiev, ovvero 12-15 ore di distanza dalla capitale. Poi l'annuncio dell'accordo, con la divisione in due dell'Ucraina, con tutto il territorio "russofono" dalla Crimea al Donbass al Donetsk al Lugansk e al Severodonetsk fino a Kharkiv annesso alla Russia e la restante parte, comprensiva probabilmente di Odessa, lasciata come unico accesso al mar Nero, 'consegnata' ad un uomo vicino a Putin.

"Potrebbe essere Igor Sečinamministratore delegato di Rosneft, la compagnia petrolifera statale russa e da sempre considerato uno stretto alleato dello zar. O potrebbe essere Oleg Deripaska, fondatore di Basic Element, uno dei più grandi gruppi industriali della Russia, e di Volnoe Delo, presidente della più grande fondazione russa di beneficenza, considerato tra gli oligarchi più vicini a Putin. Uno di loro potrebbe essere il prossimo premier dell'Ucraina, un uomo del quale di Putin si può fidare, esattamente come si fida di Lukashenko, Presidente della Bielorussia".

Tutto questo mentre Zelensky fuggirà in Qatar e si godrà la pensione, di circa 300 milioni di euro. soggiornando poi nella sua villa di Forte dei Marmi e nella "penthouse" di New York, la mega casa che sua moglie Olena avrebbe acquistato da poco a Central Park per la modica somma di 50 milioni di dollari.

Trump-Putin e l'accordo sui missili Himars: il passo indietro della Nato

Nell'accordo con Putin-Trump, c'è anche un punto di 'prevenzione', di fatto un passo indietro della Nato, espansasi ad Est in violazione degli accordi di Minsk del 1989: i Paesi Baltici più PoloniaBulgariaRomania e Ungheria, dovranno rinunciare a missili Himars a lunga gittata.

Pronta quindi una 'cintura' lato Russia: quell'area, dovrà completamente rinunciare ai missili, in particolare i famosi Himars consegnati all'Ucraina dagli Usa. Hanno una gittata che va da 80 a 300 km e sono potenzialmente molto pericolosi in quanto potrebbero arrivare a colpire il territorio russo. Esenti da questo accordo i Paesi scandinavi che ne sono sprovvisti, con Finlandia e Svezia che non si possono più considerare così tanto neutrali visto il recente ingresso nella Nato.

La pace dunque potrebbe arrivare presto, e con la vittoria delle elezioni americane da parte del tycoon, è tutto apparecchiato perché ciò avvenga. Inutili le fughe in avanti della Francia, che inviato i Mirage all'Ucraina ed è intenzionata anche ad inviare truppe.

D'altronde chi vuole continuare la guerra non è certo Mosca: il fronte russo-cinese-indiano ha un Pil superiore a quello americano-europeo, e questo dice tutto. Inoltre l'Europa deve far fronte ad una carenza di armamenti in Occidente. Molti sono stati inviati in Ucraina, scarseggiano i sistemi antimissilistici, anche in Italia. Mancano le munizioni e la difesa italiana ed europea è in grande difficoltà.

Le armi inviate in Ucraina finite sul mercato nero di Africa e balcani, il giro del cash e il business della ricostruzione

Di tutti gli armamenti inviati in Ucraina, almeno il 50% sono finiti sul mercato nero e rivendute prevalentemente in Africa, oltre che nei balcani, tipicamente in cash, e gran parte di queste "rendite" sarebbero finite in tasca a Zelensky e al suo entourage. Un lotto di armi è stato consegnato mesi or sono direttamente a Marsiglia, alimentando le recenti guerriglie urbane con il clan dei marsigliesi.

C'è poi la partita della ricostruzione dell'Ucraina, dove gli Usa in primis e altri Paesi sono pronti a spartirsi la ricca torta, rappresentando una vera miniera d'oro per i prossimi 10 anni.