Sondaggi elezioni Usa 2024, continui capovolgimenti, troppo presto per fidarsene: nel frattempo Haley viene ancora votata

A parte i dubbi comunque da nutrire nei confronti di tutte queste rilevazioni, va ancora e sempre ripetuto che è davvero troppo presto e che il citato 5 novembre è elettoralmente lontanissimo

Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden in sei dei sette Stati più contesi nelle elezioni del 2024, spinto da un'ampia insoddisfazione degli elettori per l'economia nazionale e da profondi dubbi sulle capacità e sulle prestazioni lavorative di Biden".
Così un nuovo sondaggio del Wall Street Journal.
Come non ricordare che solo pochi giorni fa Bloomberg diceva esattamente l’opposto?
A parte i dubbi comunque da nutrire nei confronti di tutte queste rilevazioni, va ancora e sempre ripetuto che è davvero troppo presto e che il citato 5 novembre è elettoralmente lontanissimo.
Va altresì nel frattempo notato che nelle Primarie di martedì scorso 2 aprile, per quanto la notizia del suo ritiro sia ben conosciuta e datata, circa il tredici per cento dei repubblicani che si sono recati alle urne (compresi i nuovaiorchesi) si sono espressi per Nikki Haley. (Stampate tempo fa, le schede ne proponevano comunque il nome).
Il fatto (e non va dimenticato che quando in competizione l’ex Ambasciatrice - che non ha mai invitato i suoi elettori a confluire sul tycoon - raccoglieva circa il venticinque per cento), unito alla considerazione della minore presa di Trump sulle città rispetto alle campagne, deve certamente far riflettere il suo entourage.
Dando uno sguardo in giro, va segnalata la morte improvvisa dell’autorevole ex Senatore del Connecticut Joe Lieberman che di recente aveva fondato un movimento - No Labels, senza etichette, pressappoco - che intendeva proporre un ticket presidenziale alternativo, formato da esponenti dei due partiti, per cercare di uscire da quello che riteneva (così come Al Gore, che lo ha dichiarato in sede di celebrazione dello scomparso) uno dei momenti politici più conflittuali dell’intera Storia americana.
Difficilissima la missione lui vivente.
Impossibile, ora.

Di Mauro della Porta Raffo
Presidente onorario della Fondazione Italia USA