Ucraina, via libera ai negoziati per l’adesione all’Ue, Ungheria e Austria sulle barricate: “Nessun trattamento preferenziale”
Charles Michel annuncia l’avvio delle trattative anche per la Moldavia, ma Budapest e Vienna si oppongono fermamente ai colloqui per Kiev
Il Consiglio europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina. Ma Ungheria e Austria si oppongono fermamente. "Il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia”, ha annunciato il presidente Charles Michel su X. “L’Euco ha concesso lo status di candidato alla Georgia. E l'Ue avvierà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo per prendere una tale decisione. Un chiaro segnale di speranza per la loro gente e per il nostro continente”.
Ucraina, via libera ai negoziati per l’adesione all’Ue, Ungheria e Austria sulle barricate: “Nessun trattamento preferenziale“
“Questa è una vittoria per l’Ucraina”, ha scritto Volodymyr Zelensky. “Una vittoria per tutta l'Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza”. Zelensky, aveva invocato una procedura che escludesse i governi che fanno ostruzionismo: “L’Ue non deve farsi ricattare e deve essere pronta ad aiutare finanziariamente e militarmente l’Ucraina in guerra con la Russia a 26”, escludendo cioè l’Ungheria, lasciando intendere che, con l’eccezione di Victor Orbán, il resto dei governi era compatto sul sostegno a Kiev. Ma non aveva fatto i conti con l’Austria.
Orbán e Nehammer: “Alle condizioni attuali nessun avvio dei negoziati”
Il cancelliere austriaco Karl Nehammer, come Orbán, si è detto contrario all’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea “alle condizioni attuali”. Rispondendo ai deputati del Partito della Libertà austriaco (Fpo), Petra Steger, Christian Hafenecker e Axel Kassegger durante la Commissione per gli affari europei del Parlamento austriaco, Nehammer ha spiegato che “l’Austria non accetterebbe i colloqui di adesione con l’Ucraina nelle condizioni attuali”.
Secondo il cancelliere austriaco non dovrebbe esserci “alcun trattamento preferenziale” per l’Ucraina, soprattutto rispetto alla Bosnia-Erzegovina, attualmente in trattative per l’adesione all’Ue. Nehammer ha anche sottolineato che non c’è stata una consultazione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con i leader di governo dei Paesi membri dell’Ue su eventuali negoziati per l’adesione di Kiev.
Stessa linea confermata dall’Ungheria. “L'allargamento non è una questione teorica, è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle pre condizioni, ce ne sono sette per l'Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c'è motivo per negoziarla”, ha ribadito Orbán. ”I soldi per l'Ucraina sono già nel bilancio. Se vogliamo dare più soldi e su un arco di tempo più lungo bisogna farlo fuori dal bilancio”.
"L'adesione dell'Ucraina all'Ue è una decisione sbagliata", ha sottolineato il presidente ungherese. "E l'Ungheria non vuole far parte di questa decisione sbagliata. La nostra posizione è chiara: avviare i negoziati con l'Ucraina in queste circostanze è una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata, e l'Ungheria non cambierà la sua posizione. D'altra parte altri 26 Paesi hanno insistito affinché questa decisione fosse presa. Per questo l'Ungheria ha deciso che se i 26 decideranno di farlo dovranno andare per la loro strada".