Musk, passo indietro su Starlink ai palestinesi dopo incontro con Netanyahu: "Rete alla Striscia solo con controllo di Tel Aviv", Israele potrebbe spegnere e accendere internet a propria discrezione
Il faccia a faccia tra l'imprenditore ed il premier israeliano si è tenuto nel kibbutz di Kfar Aza, sede della fake news sui "40 bambini decapitati", messa in luce da un reportage de il Giornale d'Italia
Elon Musk ha fatto un passo indietro sulla proposta da lui stesso avanzata nei primi giorni del conflitto nella Striscia di Gaza di fornire la rete internet di Starlink ai palestinesi dopo aver incontrato il premier israeliano Netanyahu. La proposta era stata duramente osteggiata da Israele, per il quale la disponibilità di una rete satellitare avrebbe potuto favorire le comunicazioni dei miliziani di Hamas e la loro capacità bellica, ma sembra ora essere stata accettata, sebbene stravolta. Nella nuova forma dell'accordo, infatti, il controllo e l'ultima parola sulla diffusione internet nella Striscia sarebbero affidati a Tel Aviv, che avrebbe di fatto il potere di attivare e disattivare il servizio secondo le proprie necessità. Il faccia a faccia, poi, ha previsto una visita al kibbutz di Kfar Aza (sede della bufala dei "40 bambini decapitati" smentita da un reportage de il Giornale d'Italia).
Musk, passo indietro su Starlink ai palestinesi dopo incontro con Netanyahu
Tema trattato durante l'incontro, la rete satellitare di connessione ad internet Starlink, di proprietà di Musk, che l'imprenditore aveva annunciato nei primi giorni di guerra essere pronto a fornire alla popolazione della Striscia di Gaza per scopi umanitari. Una possibilità affatto apprezzata a Tel Aviv, dove la mossa era stata intesa come un indiretto sostegno alle capacità belliche di Hamas, potendo i miliziani sfruttare la medesima rete fornita ai civili. Dopo l'incontro di oggi, dunque, sembra esserci stato un passo indietro da parte di Musk, non è chiaro in cambio di cosa, che avrebbe promesso di rendere disponibile Starlink nei territori palestinesi solo dietro autorizzazione israeliana.
A comunicarlo, il Ministro delle Comunicazioni dello Stato ebraico Shlomo Karhi, con un post su X: "Mi congratulo con Musk per aver raggiunto un'intesa di principio con il Ministero delle Comunicazioni sotto la mia guida. Come risultato di questo importante accordo, le unità satellitari Starlink possono essere utilizzate in Israele solo con l'approvazione del Ministero delle Comunicazioni israeliano, inclusa la Striscia di Gaza".
Il Ministero delle Comunicazioni israeliano, quindi, avrebbe il potere di decidere quali aree della Striscia di Gaza sarebbero coperte dalla connessione internet, assumendo su di sé la possibilità di attivare e disattivare il servizio in base alle proprie necessità. Tel Aviv in questo modo avrebbe il pieno controllo dei flussi di informazioni e comunicazioni (Ict, information and communication technology) via web di tutta la Striscia di Gaza
Kfar Aza, Musk visita il kibbutz della bufala dei "40 bambini decapitati" con Netanyahu
Durante un faccia a faccia tra Musk e Netanyahu non è mancata una visita al kibbutz di Kfar Aza, tra i primi ad essere colpiti nell'attacco di Hamas del 7 ottobre e dove era nata la bufala dei "40 bambini decapitati dai miliziani palestinesi", poi smentita da un reportage del Giornale d'Italia. Un luogo comunque simbolico, secondo molti scelto per farsi perdonare, da parte di Musk, un tweet da alcuni considerato antisemita da lui pubblicato nei giorni scorsi. Secondo il New York Times, proprio quel post avrebbero fatto perdere ad X 75 milioni di dollari di ricavi pubblicitari, dopo la messa in pausa di oltre 100 aziende (tra cui Uber, Airbnb e Coca Cola) delle proprie inserzioni sulla piattaforma.