Draghi, ok a von der Leyen per incarico UE sul “futuro della competitività europea”. Una poltrona per 2, con vista sugli USA
L’ex premier redigerà un rapporto sulle “relazioni che governano la competitività tra paesi o tra aree a livello globale”. In poche parole tornerà in campo (ammesso che il campo l’abbia mai lasciato)
Una poltrona per l’Ue. E per due. Mario Draghi torna in campo (ammesso che il campo l’abbia mai lasciato) e dice sì alla proposta del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha chiesto all’ex premier ed ex presidente della Bce di approfondire “un tema di assoluto interesse comune, in un quadro geopolitico in rapida evoluzione”, accendendo un faro “su come funzionano le relazioni che governano la competitività tra paesi o tra aree a livello globale”. Insomma: Draghi formerà una sorta di tandem con von der Leyen, pronta a ricandidarsi alla guida dell’Unione europea. Nei palazzi di Bruxelles, d'altronde, c'è posto per tutti. Soprattutto per Draghi, accanito sostenitore dell'atlantismo in chiave americana.
Calenda vede Draghi come un perfetto presidente del Consiglio europeo
E Draghi non si è tirato indietro. “È sempre al fianco dell’Europa per le importanti sfide che l’attendono”, confidano ambienti a lui vicini. E così, a 76 anni, Draghi torna protagonista sulla scena europea. E mentre secondo alcune discrezioni il leader di Azione, Carlo Calenda, immagina per lui un futuro a capo del prossimo Consiglio europeo, fonti vicine all’ex premier assicurano che sì, collaborerà con una relazione ad hoc come gli è stato chiesto, ma non è interessato a ricoprire incarichi istituzionali.
“Nessuna carica istituzionale”: ma il programma elettorale è già pronto
Eppure, in una recente intervista rilasciata all’Economist, Draghi, oltre a rimarcare come sarebbe deleterio tornare ai vecchi “paletti fiscali pre-pandemia”, ha sottolineato come servano nuove regole nell'Eurozona e più sovranità condivisa. “Perché dipendere, come in passato, dalla Russia per l'energia, dalla Cina per l'export e dagli Usa per la sicurezza non è più immaginabile”. Servono dunque “ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione”. Per farlo, secondo Draghi, “occorre superare quelle regole di bilancio e quelle norme sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente, ridefinendo il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali, attraverso regole severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a choc imprevisti”. Un vero e proprio programma elettorale. Ma tanto Draghi non è interessato a ricoprire cariche istituzionali.