Guerra in Ucraina, la UE valuta "economia di guerra". In preparazione il Piano Munizioni ASAP, si potrà attingere al PNRR per rifornire Kiev
Il Commissario UE Breton propone, di nuovo, un'economia di guerra per sostenere lo sforzo bellico di Kiev. Von der Leyen annuncia il piano munizioni ASAP. La crisi degli armamenti aumenta le domande sulla controffensiva
Il Commissario UE al Mercato Interno, Thierry Breton, propone che l’Unione adotti un’economia di guerra per fare fronte alle necessità belliche Ucraine. Martedì, da Kiev, la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen ha riassunto il piano munizioni di Bruxelles, l’ASAP. Tra i vari punti del piano, che potrebbe essere approvato entro il 31 maggio, la possibilità, per i 27 Paesi membri, di utilizzare parte del Recovery Fund per sviluppare le rispettive industrie belliche. In Italia no secco di PD e Movimento 5 Stelle, il governo per adesso non commenta. Intanto la crisi delle munizioni fa alzare qualche sopracciglio riguardo alla fattibilità di una controffensiva di Kiev nel breve periodo.
Il Commissario UE al Mercato Interno Thierry Breton propone l’adozione di un’economia di guerra in Europa
Il Commissario dell’Unione Europea al Mercato Interno Thierry Breton ha ancora una volta rilanciato il tema dell’economia di guerra. “Dobbiamo passare ad un’economia di guerra per la base industriale”, ha detto Breton parlando del conflitto in Ucraina e della produzione di armamenti da inviare a Kiev. Le parole del Commissario non passano inosservate, perché promuovono un’idea dalle non leggere ripercussioni per il sistema economico e sociale del continente.
Quando si parla di economia di guerra, infatti, si intende quel processo con il quale vengono drasticamente ristrette le produzioni industriali con finalità civile, fino al limite della sopravvivenza popolare, per investire quante più risorse possibili nel complesso industriale militare. Storicamente, le economie di guerra sono state adottate il meno possibile, anche nei periodi di conflitti, e mai per sostenere una guerra per procura.
Ursula Von der Leyen a Kiev: “Prima priorità assicurare munizioni”
Le parole di Breton sembrerebbero fare eco a quanto detto durante la visita di martedì 9 maggio della Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen a Kiev. La Presidente ha infatti sottolineato il principale punto del piano UE per il sostegno all’Ucraina, ovvero il rifornimento di munizioni, attraverso tre percorsi programmatici: “Lavoriamo su tre percorsi: il più veloce è il rilascio immediato di munizioni dalle riserve degli Stati membri. Abbiamo riservato un miliardo di euro per questo e sta funzionando, un numero considerevole di munizioni è stato inviato o è in dirittura di arrivo, ma va fatto più urgentemente”.
Von der Leyen ha quindi continuato: “Il secondo percorso su cui abbiamo trovato un accordo la scorsa settimana è di fornire un miliardo di euro per l'approvvigionamento di munizioni da 152 e 155 millimetri. E per accelerare questo, il terzo percorso è aiutare gli Stati membri ad aumentare la produzione e accelerare la consegna delle munizioni per rispondere ai bisogni dell'Ucraina e degli Stati membri”.
Previsto un aumento della produzione bellica dell’UE
I 27, quindi, dovranno alzare a dismisura la produzione di munizioni di vario calibro, non solo per il sostegno di Kiev, ma anche per il mantenimento in uno stato di efficienza delle proprie stesse scorte, molte delle quali, tra l’altro, hanno standard Nato in termini di volumi stoccati da rispettare.
Nelle stesse ore in cui la Presidente della Commissione UE si trovava in Ucraina, all’Europarlamento veniva accolta la proposta del PPE di assegnare una corsia preferenziale al “piano munizioni”, per accelerare un’approvazione che potrebbe arrivare già il 31 maggio. La volontà di Europarlamento e Presidente della Commissione è stata molto apprezzata da Zelensky, che ha commentato: “Ho ringraziato Ursula per la prontezza dell'Unione Europea di fornire all'Ucraina le necessarie munizioni. Abbiamo discusso la questione chiave della velocità di consegna di queste munizioni perché ne abbiamo bisogno ora sul campo di battaglia”.
Il piano europeo è stato nominato Act in Support of Ammunition Production, la cui sigla, ASAP, sottolinea l’urgenza delle richieste ucraine (ASAP in inglese significa “as soon as possible”, il prima possibile).
Potranno essere utilizzati fondi del PNRR per produrre munizioni. No di PD e M5S, silenzio dalla maggioranza
Stando alle prime bozze dell’ASAP, i 27 Paesi membri potranno riservare una parte dei propri rispettivi Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza per il rafforzamento delle proprie produzioni belliche. Il Commissario Breton, a questo proposito, aveva già sottolineato nei giorni scorsi quanto tale pratica dovrà essere a totale discrezione dei singoli Paesi, ma ciò non basta per placare le critiche montate a Bruxelles dopo la diffusione della notizia.
Tra gli europarlamentari italiani sono in particolare quelli di PD e Movimento 5 Stelle a dichiararsi contrari all’utilizzo di parte del Recovery Fund per tale scopo, con la delegazione Dem che in una nota ha dichiarato: “Siamo contrari all'utilizzo di qualunque fonte di finanziamento per il programma Asap proveniente dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei fondi di coesione”.
La crisi dei rifornimenti ucraini ed i dubbi sulla controffensiva
Al di là delle ripercussioni che la reale adozione di un’economia di guerra trascinerebbe sull’Europa, ed al di là dell’effettivo utilizzo di parte del Recovery Fund per sostenere la crescita di 27 industrie belliche nazionali, c’è un altro dubbio che nelle ultime ore coglie diversi osservatori. In molti, infatti, si domandano quanto questa penuria di munizioni possa influire sulla presupposta controffensiva ucraina. Una situazione tanto disperata sul fronte dei rifornimenti da rendere necessaria la riconversione del comparto industriale di un intero continente, è una domanda che alcuni iniziano a farsi, potrebbe realmente permettere una controffensiva nel breve periodo?