Ucraina, armi occidentali al mercato nero e un buco di 400 milioni di dollari nei fondi. L'inchiesta del premio Pulitzer Seymour Hersh

Discutendo della guerra in Ucraina con un emittente russa, il giornalista americano Seymour Hersh ha parlato di una sua inchiesta sulla gestione dei fondi e delle armi inviate a Kiev, accusando gravi casi di corruzione

Il giornalista americano Seymour Hersh, premio Pulitzer nel 1970, ha parlato con un'emittente russa riguardo alla sua ultima indagine, riguardante la gestione dei fondi e dei materiali inviati in Ucraina. Secondo le sue parole, molti degli armamenti occidentali inviati a Kiev starebbero finendo sul mercato nero. Oltre a questo, continua il giornalista, risulterebbe un'ammanco di 400 milioni di dollari nei fondi per l'Ucraina.

Il premio Pulitzer Seymour Hersh parla alla tv russa della sua ultima inchiesta sugli aiuti all’Ucraina

Dopo la discussa inchiesta sull’esplosione del gasdotto nordstream, la cui responsabilità era stata rivolta alle marine americana e norvegese, Seymour Hersh ha reso pubblica una nuova indagine, che sta già facendo molto discutere. L’uomo, giornalista americano premio Pulitzer nel 1970 per aver svelato al mondo il massacro di My Lai perpetrato dal suo Paese ai danni di centinaia di civili vietnamiti, è stato intervistato dalla trasmissione russa Going Underground riguardo alla gestione di armamenti e finanziamenti occidentali in Ucraina. “L’Occidente sa che le armi che consegnano all’Ucraina vengono vendute sul mercato nero, cosa che i media mainstream hanno cercato di mettere a tacere”, ha detto Hersh al presentatore Afshin Rattansi, immigrato di seconda generazione nato a Cambridge, nel Regno Unito.

Secondo Seymour Hersh, molti degli aiuti occidentali a Kiev finirebbero al mercato nero

Hersh ha poi aggiunto: “Molto presto, Polonia, Romania, e altri Paesi al confine saranno stati letteralmente inondati delle armi che abbiamo spedito per la guerra in Ucraina. C’era molta preoccupazione al riguardo e una volta, circa sei mesi fa, forse di più, la CBS ha scritto una storia al riguardo e poi sono stati costretti a ritrattare”. L’articolo della CBS di cui parla Hersh, a firma Adam Yamaguchi e Alex Pena, è ancora presente sul sito della testata, con un disclaimer all’apertura che informa come il testo sia stato aggiornato per riflettere i cambiamenti avvenuti nel Paese dopo la stesura del pezzo e che il sistema delle consegne dei materiali sia molto migliorato.

Pochi giorni prima dell’intervista di Hersh era stato l’Ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov ad esprimere preoccupazioni riguardo al possibile afflusso di tonnellate di materiale bellico occidentale al mercato nero. “Dove riappariranno tali armi? Chi si assumerà la responsabilità quando il materiale cadrà nelle mani di alcuni gruppi terroristici e organizzazioni criminali?”, aveva detto l’Ambasciatore. “In altre parole, comandanti di vari livelli – spesso generali o colonnelli e altri – ricevevano carichi di armi e personalmente le rivendevano facendole finire al mercato nero”, ha fatto eco durante la sua intervista il contestato premio Pulitzer.

Hersh parla anche di un ipotetico ammanco di 400 milioni di dollari nel fondo per l’Ucraina

Oltre alla questione delle armi, l’inchiesta di cui Hersh parla nella sua intervista illumina un ipotetico buco di 400 milioni di dollari nei fondi inviati a Kiev. A rivelarglielo, assicura il giornalista, una sua fonte, anonima, all’interno della Central Intelligence Agency (CIA), secondo la quale gli analisti dell’agenzia americana sarebbero consapevoli dell’ammanco, ma si sarebbero accontentati del semplice licenziamento di una decina di funzionari ucraini, non perché più corrotti di altri, ma perché, conclude, più inclini ad esporre in maniera appariscente dei soldi intascati. “I dieci funzionari di cui ci si è sbarazzati – sarebbero le parole della fonte anonima – si vantavano sfacciatamente dei soldi che avevano, andando in giro per Kiev con la loro nuova Mercedes”.