Cisgiordania, 10 palestinesi uccisi nel raid israeliano a Jenin. Idf: "Sventato potenziale attacco terroristico"
L'esercito israeliano, Idf, entrato nel campo profughi a Jenin per colpire una presunta cellula della Jihad, ha ucciso 10 palestinesi e feriti 20
10 morti e 20 feriti nel raid dell'esercito israeliano all'interno del campo profughi palestinese di Jenin, in Cisgiordania. Secondo le forze di sicurezza israeliane era necessario intervenire perché sospettavano che stessero organizzando un attacco terroristico. Per Wafa, agenzia di stampa palestinese, fra i morti c'è una donna di sessant'anni e fra i feriti, di cui 4 gravi, un bambino.
Cisgiordania, raid israeliano a Jenin: 10 morti
L'esercito israeliano ha messo a segno uno dei raid più violenti degli ultimi mesi nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Qui si era combattuta la battaglia più sanguinosa della Seconda intifada. Il bilancio delle vittime palestinesi è di 10 morti, fra cui una donna di sessant'anni di nome Magda Obaid, e 20 feriti, di cui 4 gravi. Le informazioni sono arrivate prima dalla Wafa, agenzia di stampa palestinese, e poi sono state confermate dal ministero della Salute locale.
L'Idf in una nota ha spiegato la necessità dell'operazione: era diretta a quella che si supponeva essere una cellula della Jihad Islamica Palestinese, definita "una bomba a orologeria". L'esercito è entrato nel campo profughi di nascosto, in un camion per le consegne.
Hanno poi utilizzato una tecnica chiamata della "pentola a pressione", che consiste nell'accerchiare l'edificio in cui si suppone ci siano i sospettati e nel gettarvi all'interno dei lacrimogeni per stanarli. L'Idf scrive come si sono accesi gli scontri: "Durante il tentativo di arresto, gli uomini ricercati hanno aperto il fuoco e sono rimasti colpiti in uno scontro con le nostre forze."
Le tensioni sono aumentate fra i palestinesi e il governo israeliano da quando è salito l'ultimo governo di estrema destra. Dopo gli scontri di oggi, è possibile che vi siano reazioni violente da parte palestinese: il numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, ha fatto sapere che Israele "pagherà il prezzo per il massacro di Jenin". "La nostra resistenza non si spezzerà e la risposta arriverà presto", ha aggiunto.
Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che ha messo le truppe in stato di allerta. "Israele continuerà ad operare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento contro chiunque miri a colpire i suoi cittadini di Israele. Le nostre forze di sicurezza sono preparate a qualsiasi sviluppo".
Jenin, morti e feriti palestinesi
Le fonti palestinesi, però, raccontano che l'agguato dell'esercito sia stato meno pacifico. Parlano di lacrimogeni nel reparto pediatrico dell'ospedale, di colpi sparati su civili o su infermieri della Mezzaluna Rossa giunti sul luogo per soccorrere. Tra i morti si riporta anche una donna e tra i feriti un bambino.
La reazione dell’Anp (Associazione Nazionale Palestinese), cioè dell'autogoverno della Cisgiordania, è stata durissima. Il portavoce del presidente Abu Mazen Nabil Abu Rudeineh ha parlato di "massacro" compiuto da Israele "nel silenzio internazionale" e ha proclamato tre giorni di lutto.
L'esercito ha negato di aver sparato su soggetti non sospettati e ha dichiarato di non aver lanciato intenzionalmente i lacrimogeni nell'ospedale, ipotizzando che vi siano entrati solo perché la struttura era vicina al luogo del blitz. Per quanto riguarda la donna, invece, ha detto: "Più probabile che a ucciderla non siano state le nostre forze".
Wafa ha comunicato alcune identità delle persone uccise: il ventiquattrenne Saeb Essam Mahmoud Azriqi, il ventiseinne Izzidin Yassin Salahat, Abdullah Marwan al-Ghoul e Moatassem Abu al-Hassan. Salahat era un membro delle Brigate Martiri di Al-Aqsa, un gruppo terroristico legato a Fatah, il partito di governo dell'Anp.