Ucraina, la Bulgaria non invia le armi. Il presidente Radev: “Non si spegne il fuoco con la benzina”.

Il presidente bulgaro si oppone all’invio degli armamenti: “Chi non è d’accordo dovrebbe studiare le origini del conflitto e analizzare i rischi”. Mosca: “A pagare sarà il popolo ucraino”, ma per Zelensky "non c'è alternativa"

Inviare le armi in Ucraina vuol dire "cercare di spegnere il fuoco con la benzina". Sono le parole del presidente bulgaro Rumen Radev che, in contrapposizione alla posizione politica dell’Unione europea, si oppone all’invio di armamenti ed equipaggiamenti a Kiev. “Chi non è d'accordo con questa posizione dovrebbe non solo studiare bene le radici storiche del conflitto, ma anche condurre un'analisi di tutti i rischi”, ha affermato nel corso di un'intervista a Darik Radio. “Questa è un'escalation fino all'esaurimento non solo dell'Ucraina ma anche dell'Europa", ha poi aggiunto.

Leopard 2: i tank delle tensioni tra Usa e Germania

Intanto non si placano le tensioni tra gli Stati Uniti e la Germania sull’invio dei Leopard 2 in Ucraina. Dopo il divieto momentaneo al rifornimento dei carri armati tedeschi a Kiev da parte del cancelliere Olaf Scholz, un’apertura su questo fronte è arrivata dalla sua ministra degli Esteri Annalena Baerbock che, durante un’intervista televisiva in Francia, aveva dichiarato come la Germania non si sarebbe opposta all’invio dei tank da parte della Polonia. Nell’ambito degli armamenti, infatti, i produttori hanno un diritto di veto sulle esportazioni delle armi da parte di un Paese acquirente. Quindi, senza il placet della Germania, la Polonia non potrà rifornire l’Ucraina.

 

Ucraina, Zelensky: "Non c'è alternativa". Mosca: “Sarà il popolo ucraino a pagare per il sostegno dell’Occidente”

Intanto Zelensky insiste sull’arrivo dei carri armati tedeschi. "Dovremo ancora lottare per la fornitura di carri armati moderni, ma ogni giorno rendiamo più evidente che non c'è alternativa", ha dichiarato il presidente ucraino su Telegram dopo il mancato accordo a Ramstein proprio sui rifornimenti dei tank Leopard.

Ma dal fronte opposto, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, avverte: “I Paesi europei che contribuiscono direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, ne sono responsabili – ha affermato in base a quanto riferito dall’agenzia Interfax a proposito del possibile invio dei Leopard 2 in Ucraina – “e a pagare per questo pseudo-sostegno sarà il popolo ucraino”.