Aung San Suu Kyi condannata ad altri 7 anni di carcere: l'ex leader 77enne deve scontare 33 anni

Birmania, il processo nei confronti di Aung San Suu Kyi giunge al termine dopo 18 mesi: con i 7 anni aggiunti oggi, la donna deve scontare 33 anni in totale

Aung San Suu Kyi riceve altri 7 anni anni di carcere da parte del tribunale militare del Myanmar: in totale l'ex leader 77enne deve scontare 33 anni.

Aung San Suu Kyi: altri 7 anni di carcere

È terminato il processo nella corte militare per Aung San Suu Kyi, leader democraticamente eletta in carica con il partito Lega Nazionale per la Democrazia dal 2016 al 2021, quando c'è stato il colpo di Stato militare. Nel 2021 è stata arrestata e processata con 19 capi d'accusa.

Oggi, venerdì 30 dicembre, dopo 18 mesi di processo, è arrivata la condanna che per gli ultimi cinque capi d'accusa: si aggiungono altri 7 anni ai 26 che le erano già stati inflitti. Il tribunale militare l'ha trovata colpevole di reati dalla corruzione alla violazione dei segreti di Stato, dai brogli alla violazione delle misure anti-Covid.

Lei sarebbe una dei 16500 prigionieri politici, di cui 13mila tuttora in carcere, che secondo l'organizzazione per i diritti umani Assistance Association for Political Prisoners sarebbero state fatte arrestare dal colpo di stato militare di febbraio. Si riporta che la leader birmana, oggi 77enne, sia comunque in buona salute. La donna aveva vinto il premio Nobel per la Pace nel 1991. 

Incarcerazione politica: le Nazioni Unite chiedono il rilascio

Aung San Suu Kyi è una leader politica di spicco nel Myanmar, figlia di Aung San, uomo che portò lo Stato all'indipendenza dal Regno Unito. La Birmania, però, ha una storia travagliata: dal 1962 un colpo di stato militare rende lo stato non democratico. Aung San Suu Kyi si configura come una delle protagoniste dell'opposizione e per questo trascorrerà più di 15 anni in carcere. Per i suoi tentativi di riportare la democrazia nel Paese nel 1991 vince il Nobel per la Pace. 

Per molti Aung San Suu Kyi rappresenta il desiderio di libertà e si ritiene che questo processo abbia il solo scopo di allontanarla dalle folle. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto il suo rilascio una settimana fa insieme agli altri oppositori politici. Amnesty International ha commentato che "l'implacabile assalto giudiziario" contro Suu Kyi dimostra come i militari abbiano "strumentalizzato i tribunali per accusare gli oppositori con accuse politamente motivate o false".