Eva Kaili, trovati "sacchi di banconote" a casa dell'eurodeputata che difendeva il Qatar
La rivelazione dal Belgio. La vicepresidente dell'Europarlamento è stata fermata, nonostante l'immunità, nell'ambito dell'inchiesta per presunta corruzione in flagranza, arrestato anche il padre
In casa di Eva Kaili, l'eurodeputata nonché vicepresidente del Parlamento Ue, sono stati trovati "sacchi di banconote" in merito all'accusa di corruzione sul Qatar. Lo rivela il quotidiano belga L'Echo che precisa come sia stata fermata per presunta corruzione in flagranza, cosa che spiega il motivo per cui non è scattata l'immunità parlamentare, che viene meno in questi casi. La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola "si schiera con fermezza contro la corruzione. In questa fase non possiamo commentare le indagini in corso, se non per confermare che abbiamo collaborato e collaboreremo pienamente con tutte le autorità giudiziarie e di polizia competenti". Anche il padre di Kaili arrestato e colpito in flagranza di reato.
Eva Kaili, trovati "sacchi di banconote" in casa dell'eurodeputata
Per Eva Kaili sono subito state prese misure come l'espulsione dal gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Il gruppo, comunica di aver "preso la decisione di sospendere l'adesione dell'eurodeputata Eva Kaili dal gruppo S&D con effetto immediato, in risposta alle indagini in corso". Kaili non è la sola però, visto che lo scandalo corruzione coinvolge anche l'ex europarlamentare italiano del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) Antonio Panzeri e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) Luca Visentini.
In totale quattro persone fermate, i due italiani, nell'ambito di un'inchiesta della magistratura su un'"organizzazione criminale" infiltrata nel cuore del Parlamento europeo e sospettata di ingerenza nella politica Ue e di corruzione da parte del Qatar". Venerdì mattina "la polizia giudiziaria federale ha condotto 14 perquisizioni in diversi comuni di Bruxelles, in particolare a Ixelles, Schaerbeek, Crainhem, Forest". Già prima della competizione erano nate molte polemiche per i parecchi morti sul lavoro che aveva portato la costruzione degli impianti per il mondiale in Qatar, attualmente in corso.
Proprio il Paese del Golfo avrebbe versato ingenti somme di denaro e fatto regali "importanti" a persone che occupano "posizioni strategiche" nel Parlamento Europeo. Anche se la Procura che indaga sul caso non ha menzionato esplicitamente il Paese che ospita la massima competizione di calcio.