Germania, la politica “Berlino first” premia Scholz: Spd vince le elezioni in Bassa Sassonia
I socialdemocratici si impongono col 33% contro il 28% della Cdu. Importante conferma per il cancelliere tedesco, che nell’Ue fa sempre più di testa sua
La politica “Germany first” premia Olaf Scholz. La Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere tedesco, ha vinto le elezioni della Bassa Sassonia, un importante tassello sullo scacchiere nazionale. Col 33% dei voti, la Spd si è imposta sulla Cdu, staccata al 28%, e ora potrebbe governare con l’appoggio dei Verdi (14%), replicando lo scherma federale. È la prova che l’azione di Scholz nell’Ue, con decisioni spesso prese senza consultare gli alleati, se non addirittura in contrasto con loro, paga anche dal punto di vista elettorale.
Germania, la politica “Berlino first” premia Scholz: Spd vince le elezioni in Bassa Sassonia
Le elezioni regionali, che si sono svolte ieri, domenica 9 ottobre, erano viste come un test per Scholz e per il suo governo: i buoni risultati nel voto di domenica hanno affermato la popolarità dell’attuale presidente, Stephan Weil, uno dei politici più noti e stimati dell’Spd che governa la Bassa Sassonia dal 2013. Per la Cdu, l’ex partito di Angela Merkel, è invece il peggior risultato dal 1955. I tedeschi, per lo meno quelli della zona in cui sono stati chiamati alle urne, hanno confermato di seguire Scholz e di apprezzare la sua politica nell’Unione europea, che vede Berlino agire sempre più in maniera indipendente. Il fondo di emergenza da 200 miliardi di euro, per esempio, è stato ampiamente criticato da Bruxelles. Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha persino accusato Scholz di “egoismo” e di “distruggere” il mercato unico. La preoccupazione è che le sovvenzioni tedesche daranno ai produttori del Paese un vantaggio ingiusto rispetto all’industria in altri Paesi dell’Ue. “Il Paese più ricco, il Paese più potente dell’Ue, sta cercando di sfruttare questa crisi per ottenere un vantaggio competitivo per le proprie imprese sul mercato unico”, ha incalzato Morawiecki. “Non è giusto, non è così che dovrebbe funzionare il mercato unico”.
Germania, la politica “Berlino first” premia Scholz: Spd vince le elezioni in Bassa Sassonia
Poi c’è la questione legata alle armi pesanti da inviare all’Ucraina. La scorsa settimana, durante il primo vertice dalla Comunità politica europea, il presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, aveva sottolineato come l’Ucraina necessiti “di armi pesanti e carri armati. Gli Stati membri possono fornire le armi visto che la Russia ha messo in campo una nuova escalation alla sua invasione rendendola più disperata e noi dobbiamo rispondere in maniera proporzionata”. Ma Scholz, sin dall’inizio della guerra, è contrario all’invio di armi pesanti da parte della Germania. Il suo ragionamento è più o meno questo: finché non le invieranno gli Stati Uniti e non si troverà un accordo con la Nato, Berlino non invierà proprio nulla. Lato energia. Posto che il cancelliere tedesco è contrario a quella misura fallimentare che è il pric cap, la Commissione Ue, così come il presidente francese, Emmanuel Macron, è contrario alla realizzazione il gasdotto MidCat per portare il gas in Germania attraverso Spagna, Portogallo e Francia, un progetto caldeggiato da Scholz. Nonostante il “no” di Parigi e dell’Ue, il cancelliere tedesco continua a trattare con Madrid e Lisbona. Con buona pace di Ursula von der Leyen.