Trump, minacciati di morte gli agenti dell’Fbi che hanno perquisito la sua villa
Diffusi i nomi online anche se il sito Breitbart che lo ha fatto si è poi corretto diffondendo una copia in cui i nomi degli agenti non erano leggibili
La perquisizione dell'Fbi nella villa di Mar-a-Lago di Donald Trump ha portato ad un numero "senza precedenti" di minacce contro il personale e le proprietà dell’Fbi. Tra questi anche contro i due agenti che hanno firmato l'inventario dei documenti requisiti. È questa la notizia sparsa dalla Cnn. Un'opera messa a segno anche perchè sono fuoriusciti i nomi delle forze dell'ordine.
Minacce di morte ad agenti dell'Fbi dopo la perquisizione nella villa di Trump
Breitbart, che come altri media ha avuto il mandato prima che fosse desecretata, è un sito di notizie americano. La differenza però è che non ha coperto i nomi facendo sì che si scoprissero ed ha diffuso online una copia del mandato di perquisizione. Anche se si è corretto qualche ora più tardi, diffondendo una versione in cui non erano più leggibili. Diversi utentl del social di Trump "Truth" li ha definiti "traditori". Lo stesso social ha inviato un "push alert" per la promozione dell’articolo di Breitbart.
C'è da aggiungere che una violenza sarebbe già stata perpetrata in un ufficio dell'agenzia in Ohio. In questo caso Ricky Shiffer, 42enne, vale a dire l'aggressore è stato respinto e ucciso con un fucile d'assalto. L'uomo aveva espresso sul social la sua legittima disapprovazione verso la misura dell'Fbi. Ma aveva anche aggiunto che "la violenza non è (sempre) terrorismo". "Il male ha già vinto, dobbiamo combattere una guerra civile per riprenderci il Paese". È un obiettivo anche il giudice Bruce Reinhart che ha firmato il mandato.
Trump sull'irruzione dell'Fbi: "Era tutto declassificato"
Trump ha già commentato l'azione intrapresa dagli agenti dell'Fbi, commentando sul social "Truth". "Numero uno, era tutto declassificato. Numero due, non avevano bisogno di 'sequestrare' nulla. Avrebbero potuto ottenerlo quando volevano senza fare politica e irrompere a Mar-a-Lago". "Erano in un luogo sicuro, con un lucchetto in più messo dopo che me lo avevano chiesto loro". Trump è infatti indagato per spionaggio e per aver occultato, distrutto o rimosso documenti classificati. Ma anche questa volta, la risposta del Tycoon non si è fatta attendere.