Guerra Ucraina Russia, Lavrov: "Non perderemo" e accusa l'Occidente di russofobia
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: "Dopo molti anni di avvertimenti, non avendo altra scelta, abbiamo iniziato a proteggere gli interessi della sicurezza della popolazione russa nel Donbass"
"Dicono che la Russia deve essere sconfitta in questa Guerra, che si deve sconfiggere Mosca, il Cremlino e il suo leader Vladimir Putin. Dicono di farla perdere sul campo di battaglia, ma si sbagliano". A parlare così oggi, martedì 24 maggio 2022, a tre mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, è il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che, oltre a fare delle previsioni sull'esito del conflitto con il presidente Volodymyr Zelensky, lancia forti accuse nei confronti dei Paesi Occidentali, Italia compresa. "I politici occidentali - sostiene - devono essere andati male a scuola. Traggono le conclusioni sbagliate dalla loro comprensione del passato".
Guerra Ucraina, Lavrov: "Occidente? Sempre più russofobo"
Il ministro degli Esteri russo ne è certo: Mosca non perderà la guerra in corso contro l'Ucraina. La vittoria del Cremlino, secondo Lavrov, ci sarà, anche se l'Occidente continua ad aiutare Kiev, mandando armi e aiuti di ogni tipo. Oggi, tra le altre cose, "gran parte della popolazione ucraina è legalmente privata dell'opportunità di continuare a vivere usando la propria lingua madre, di crescere figli in chiave culturale russa e in lingua russa", ricorda.
Per questo, "dopo molti anni di avvertimenti, non avendo altra scelta, abbiamo iniziato a proteggere gli interessi della sicurezza della popolazione russa nel Donbass", aggiunge. Poi il ministro degli Esteri di Mosca accusa l'Occidente di "aver tradito la Carta delle Nazioni Unite", la quale sancisce il principio dell'uguaglianza sovrana degli Stati: "Ritengono che la sovranità sia solo la loro", afferma. Lo riporta l'agenzia Tass.
Dopo aver definito dunque l'Occidente "russofobo", Lavrov afferma che il Cremlino è al lavoro per "sostituire le merci importate da questi Paesi in modo da dipendere in futuro solo da paesi più "affidabili" e non legati ad un Occidente determinato - stando alle sue parole - a cambiare le regole delle relazioni internazionali a scapito della Russia. Tra questi Paesi più "affidabili" ci sarebbe la Cina.