Guerra Ucraina, altro che default russo. Rublo in continua rimonta sul dollaro: è già ai livelli pre guerra
Anche venerdì la moneta russa ha recuperato su quella statunitense. L'export di energia sostiene la valuta di Mosca che è già tornata ai livelli pre invasione
Russia a un passo dal default. Disastro economico per la Russia. Con i rubli non si potrà più comprare nulla. Convinzioni diffuse nelle ultime settimane dopo le sanzioni (appena arrivato un nuovo round di quelle europee) ma che alla prova dei fatti si stanno rivelando errate. Nell'ultima giornata di contrattazioni in borsa della settimana, alla Borsa di Mosca la valuta russa si apprezza solo sul dollaro e sulla sterlina, frenando sull'euro. Per acquistare un biglietto verde sono infatti necessari 75,3 rubli, lo 0,65% in meno rispetto alla seduta precedente, mentre la sterlina viene scambiata a 97,92 rubli, lo 0,9% in meno di ieri. In controtendenza l'euro, che passa di mano a 85,56 rubli e si apprezza dell'1,84%.
Blocco dell'import di energia dalla Russia? Per ora resta un bluff e il rublo si rafforza
Una tendenza che sta andando avanti già da diversi giorni, da quando cioè si è capito che almeno per ora le minacce di sanzioni o blocco dell'import energetico da Mosca era solo un bluff, in particolare da parte dei paesi dell'Unione europea ma anche da parte del Giappone. Giovedì c'era stato persino un rally del rublo, che è salito contro il dollaro fino a quota 74,26, livello che non si vedeva dall'11 febbraio scorso, prima dell'avvio dell'invasione russa dell'Ucraina del 24 febbraio.
Venerdì a un certo punto il tasso di cambio con l'euro è sceso sotto gli 80 rubli per la prima volta da luglio del 2020. E' quanto emerge dai dati delle negoziazioni in Borsa. Il tasso di cambio dell'euro entro entro le 13:54 ora di Mosca (12:54 ora italiana) e' calato di 1,4 rubli, a 80,05 rubli, mentre il tasso del dollaro è calato di 0,95 rubli, a quota 74,79 rubli.
La moneta russa è tornata ai livelli precedenti dell’invasione dell’Ucraina, sospinta dalle azioni e della Banca centrale guidata da Elvira Nabiullina, ma anche dalle esportazioni di energia che non si sono mai fermate nonostante i reciproci minacce e avvertimenti. Questo chiaramente non significa che non ci siano conseguenze economiche per la Russia dalle sanzioni.