Ucraina, Kiev accusa Mosca di "crimini di guerra". Lavrov: "Falsa provocazione"

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: "Le immagini di Bucha sono solo un tentativo da parte dell'Ucraina di interrompere i negoziati"

La procuratrice generale di Kiev Irina Venediktova oggi accusa Mosca di aver compiuto "almeno 5mila crimini di guerra in Ucraina" e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov risponde: "Sulla Russia solo falsa provocazione". Le immagini di Bucha e le conseguenti accuse mosse alle truppe di Vladimir Putin sono "in realtà un tentativo" da parte di Zelensky "di interrompere i negoziati russi-ucraini". "Mosca - annuncia poi il Cremlino - risponderà a ogni atto ostile". Lo riferisce l'agenzia di stampa Tass dopo l'espulsione dei diplomatici russi dai vari Paesi europei, Italia compresa.

Ucraina, Lavrov: "Veridicità di Kiev impossibile da giustificare"

"Almeno 5mila crimini di guerra commessi da russi sono al momento oggetto d'indagine in Ucraina", annuncia la procuratrice Irina Venediktova nel corso di un briefing a Bucha. "Anche in questa situazione così crudele - afferma - i crimini di guerra sono i primi ad apparire nell'ordine, seguiti dai crimini contro l'umanità e dal genocidio". Dall'altra parte però Mosca non ci sta e smentisce tutte le accuse, in particolare quelle sul cosiddetto "massacro" che, secondo il Cremlino, sarebbe frutto di immagini false fatte circolare sul web proprio da Zelensky e dall'Occidente.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov - si legge sull'agenzia Tass - "si pone allora la domanda: qual è il motivo di questa provocazione francamente falsa, la cui veridicità è semplicemente impossibile da giustificare? Tendiamo - si risponde - a pensare che il motivo risieda nel desiderio di trovare un motivo per interrompere i negoziati in corso". Lavrov sostiene inoltre che durante i colloqui dello scorso 29 marzo a Instanbul, per la prima volta, "la parte ucraina ha proposto una visione scritta di come potrebbe apparire l'accordo, ha messo su carta la sua disponibilità a dichiarare il suo stato neutrale, non allineato, non nucleare e, sempre per la prima volta, ha dichiarato la sua disponibilità a rifiutarsi di schierare armi di stati stranieri sul suo territorio".