Ucraina, conclusi oggi a Istanbul i nuovi negoziati. Possibile futuro incontro Putin-Zelensky
Si sono conclusi oggi a Istanbul negoziati tra Russia e Ucraina. Nell'intesa sulla neutralità del paese, Kiev propone il no alla Nato e a basi straniere sul proprio territorio
Si sono conclusi a Istanbul i nuovi negoziati tra Russia e Ucraina. Dopo oltre un mese di guerra si stanno finalmente definendo le linee guida principali della trattativa. Da Kiev propongono lo stop dell'Ucraina al suo ingresso nella Nato e la promessa di non far insediare basi militari straniere sul proprio territorio. Il il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak ha inoltre dichiarato che lo status della Crimea e del Donbass sarà discusso in negoziati ad hoc.
Il tavolo delle trattative si è riunito dopo che nella giornata di lunedì Zelensky aveva affermato di essere disposto a discutere lo status di neutralità del suo paese. Il presidente ucraino ha tuttavia ribadito la sua perplessità di fronte alla reale entità delle sanzioni della comunità internazionale, da lui giudicate "deboli" e "passive". Secondo Zelensky infatti, con pacchetti di sanzioni facilmente eludibili "si crea una pericolosa illusione per la leadership russa di potersi continuare a permettere quello che stanno facendo ora". Nel frattempo il portavoce del Cremlino Peskov assicura che Mosca non ha in programma di attaccare nessun paese della Nato, a meno che non sia "un atto reciproco".
Ucraina, oggi i negoziati a Istanbul
Con la conclusione dei negoziati si definisce l'apertura di Kiev alla neutralità del paese. Le autorità ucraine hanno fornito una proposta scritta in cui si assicura che non ci saranno basi straniere sul territorio di Kiev e nessuna adesione alla Nato. Rimane invece la possibilità di ingresso nell'Unione Europea. Le due delegazioni hanno discusso i negoziati presso il palazzo Dolmabahce, sede dell'ufficio del presidente Erdogan sulle rive del Bosforo.
Da parte sua, Mosca ha confermato che nelle ultime ore si è passati a un livello pratico e che i negoziati sono diventati concreti. Rimane sul tavolo l'ipotesi - a questo punto plausibile - di un incontro futuro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Mosca ha inoltre annunciato che "ridurrà radicalmente" le attività militari in Ucraina attorno alle città di Kiev e Cernihiv. Stando al vice ministro Alexander Fomin, la decisione è stata presa "per aumentare la fiducia reciproca affinché nei prossimi round di negoziati si arrivi a concordare e firmare un accordo di pace con l'Ucraina".
Erdogan: "Cessate il fuoco il prima possibile"
L'obiettivo dei negoziati è stato quello di accordarsi per un rapido cessate il fuoco, come affermato anche da Erdogan prima di incontrare le delegazioni: "Arrivare alla pace e al cessate il fuoco il prima possibile sarà beneficio per entrambe le parti". Per il presidente turco entrambe le parti hanno "legittime preoccupazioni", pur invitandole a "porre fine a questa tragedia". Erdogan ha poi dichiarato che sia il presidente ucraino Volodomyr Zelensky sia il presidente russo Vladimir Putin sono "amici preziosi" e che progressi nei negoziati aprirebbero la strada all'incontro tra i leader che la Turchia potrebbe ospitare.
Una "pace giusta" non avrà un perdente e la continuazione del conflitto non giova a nessuno, ha aggiunto poi il presidente turco nel suo benvenuto ai negoziatori russi e ucraini. "In un momento così critico mi auguro che i nostri incontri e le nostre discussioni siano di buon auspicio per i vostri Paesi, per la nostra regione e per tutta l'umanità".
L'incontro di oggi era stato preceduto da nuovi botta e risposta tra Russia e Stati Uniti, con il presidente Joe Biden che insiste nel definire Putin "un dittatore" e continua a lanciare accuse di ingerenza da parte del Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov, in una lunga intervista al network statunitense Pbs, ha invece da parte sua accusato l'Occidente di avere dichiarato, con le sanzioni, una "guerra economica" contro la Russia che deve ora adattarsi a "nuove condizioni", "sfortunatamente" "piuttosto ostili".
Zelensky non accetta le sanzioni "sospese"
Sempre sulle sanzioni ha invece espresso la propria perplessità il presidente Zelensky. A suo dire infatti: "Non ci dovrebbero essere pacchetti di sanzioni 'sospese', ossia se le truppe russe fanno qualcosa, allora ci sarà qualche risposta. Ci sono ora molti accenni e avvertimenti che le sanzioni saranno inasprite, come con un embargo sulle forniture di petrolio russo in Europa, se la Russia usa armi chimiche. Semplicemente non ci sono parole". ""Pensate a cosa si è ridotto il tutto - ha aggiunto Zelensky - Aspettare le armi chimiche... Noi, gente viva, dobbiamo aspettare... Tutto ciò che l'esercito russo sta facendo e ha già fatto non merita un embargo petrolifero? Le bombe al fosforo non lo meritano? La produzione chimica o la centrale nucleare bombardata non lo meritano?".
Allo stesso tempo Kiev sta però valutando di accettare lo status di neutralità mentre la Russia non chiederebbe più che l'Ucraina venga "denazificata". Secondo le ultime indiscrezioni, Mosca sarebbe pronta a lasciare che Kiev aderisca all'Ue a patto che rimanga militarmente non allineata. Arrivando a Istanbul per i negoziati, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha tuttavia spiegato che: "non stiamo commerciando persone, terra o sovranità. L'obiettivo minimo dei negoziati saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco". Secondo il presidente turco Recep Erdogan, entrambe le parti in causa hanno "legittime preoccupazioni".