Ucraina-Russia, Biden parteciperà a vertice straordinario Nato. Scontri a Mariupol
Nella giornata in cui Zelensky dichiara a sorpresa che l'Ucraina "non entrerà nella Nato", l'annuncio di un vertice Nato a cui parteciperà anche il presidente Usa Joe Biden. Continuano gli scontri all'Ospedale di Mariupol
Il presidente Usa Joe Biden parteciperà a un vertice Nato straordinario che si terrà in Europa: al centro della discussione, ovviamente, i recenti sviluppi del conflitto fra Russia e Ucraina. L'annuncio della portavoce della Casa Bianca Jen Psaki si era limitato a riportare la presenza di Biden al prossimo Consiglio Europeo per "discutere le nostre preoccupazioni condivise sull'Ucraina, compresi gli sforzi transatlantici per imporre costi economici alla Russia, fornire supporto umanitario alle persone colpite dalla violenza e affrontare altre sfide legate al conflitto". Intanto arrivano notizie di scontri a Mariupol: secondo il sindaco della città le truppe russe avrebbero preso in ostaggio 400 pazienti della struttura. Altre fonti vogliono presenti all'interno dell'Ospedale anche residenti della zona.
Zelensky: "Non entreremo nella Nato"
Sono ripresi i negoziati in videoconferenza tra Mosca e Kiev interrotti lunedì, anche se tra le parti fatica a inserirsi un vero clima di distensione. A sorpresa il presidente ucraino Zelensky si mostra disilluso in merito alla possibilità di entrare a tutti gli effetti nella Nato: "Per anni abbiamo sentito parlare di presunte porte aperte, ma abbiamo sentito dire che non possiamo entrarci. E questo è vero, e dobbiamo ammetterlo". Le parole sono state pronunciate nel corso di una videoconferenza con il Primo Ministro inglese Boris Johnson. Intanto è delle ultime ore infatti l'accusa del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov nei confronti degli Stati Uniti sulla presunta "attività dei laboratori biologici americani" in Ucraina, che per il ministro rappresenterebbe "una minaccia mortale per un numero enorme di civili".
Coprifuoco a Kiev
Prosegue la stretta della Russia nei confronti della capitale ucraina, dove a partire dalle ore 20 di oggi (le 19 ora italiana) verrà imposto un coprifuoco di 35 ore. Lo ha annunciato su Telegram il sindaco, Vitali Klitschko. La battaglia per Kiev assume i contorni di una vera e propria corsa contro il tempo, con il presidente Zelensky che nella giornata del 15 marzo ha dichiarato: "Le armi che gli alleati occidentali ci forniscono in una settimana ci durano per 20 ore. Aiutandoci, aiuterete voi stessi".
Ucraina-Russia: forti esplosioni a Kiev
Sempre Kiev nella mattinata di martedì sono state registrate alcune esplosioni da parte - secondo alcune fonti - di missili balistici. Lo riportano i media ucraini e internazionali, specificando che ad essere colpita è stata una zona residenziale della capitale. Secondo la Bbc è stata colpita dalle truppe russe anche la stazione metropolitana di Lukyanivska. Dall'altra parte però il Cremlino non rilascia alcuna dichiarazione ufficiale a tal proposito e non risponde a radio, televisioni e giornali. In ogni caso, al momento, non sembrano esserci vittime civili. In giornata i premier di Polonia, Mateusz Morawiecki, Slovenia, Janez Jansa, e Repubblica Ceca, Petr Fiala, saranno nella capitale ucraina per incontrare il presidente Zelensky.
Ucraina e Russia: riprendono oggi i negoziati
Riprendono intanto, i negoziati tra Russia e Ucraina. Dopo una "pausa tecnica, le trattative tra Kiev e Mosca continuano", scrive su Twitter il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, mentre fa il punto della situazione e definisce i colloqui "difficili". Il capo negoziatore ucraino osserva come "alla base della discordia ci siano sistemi politici troppo diversi. L'Ucraina - dice - è per la libertà di dialogo all'interno della società e del consenso, la Russia invece soffoca la propria società con degli ultimatum". Di tutt'altra idea è invece uno dei negoziati russi, Leonid Slutsky, secondo il quale durante gli ultimi colloqui sarebbero stati fatti dei "progressi sostanziali" tra le delegazioni di Mosca e Kiev. "Presto afferma - le parti potrebbero riuscire a raggiungere una posizione comune".
"Necessario un dialogo libero" durante i negoziati, risponde allora il capo della diplomazia ucraina Podolyak. "Pace, cessate il fuoco immediato e ritiro di tutte le truppe russe sono le richieste dell'Ucraina", ribadisce. L'ucraino Ihor Zhovkva invece, vice capo dell'ufficio del presidente Zelensky, ritiene che ad oggi la posizione di Mosca "più costruttiva di quanto non lo fosse in precedenza". "Invece di darci un ultimatum o linee rosse o chiedere all'Ucraina di arrendersi, ora sembrano avviare negoziati costruttivi", afferma al canale della Bbc Radio 4.
I timori sull'intervento cinese
Gli occhi, a proposito dell'evoluzione della guerra in Ucraina, dopo l'indiscrezione del Financial Times, sono puntati anche sulla Cina. I russi avrebbero chiesto a Xi Jinping di fornire loro assistenza militare e finanziaria. Durante il colloquio di ieri, durato otto ore, tra il consigliere alla Sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi, Washington sembra aver dimostrato "dirette e molto chiare preoccupazioni" sul possibile "sostegno di Pechino a Mosca".