Guerra in Ucraina ultime notizie: nulla di fatto dopo l'incontro tra i ministri Lavrov e Kuleba

Nulla di fatto nell'incontro tra Russia e Ucraina ad Antalya. Per Kuleba: "Non ci sono stati progressi per un cessate il fuoco". Nel frattempo Kamala Harris annuncia l'arrivo di due batterie di missili Patriot in Polonia

Nulla di fatto al vertice di Antalya sulla guerra in Ucraina. Si è concluso in tarda mattinata l'incontro tra i ministri degli Esteri di Mosca e Kiev, Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, che aveva come scopo quello di giungere a un accordo sul cessate il fuoco nel paese. Nonostante le premesse, per Kuleba: "Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia". Dello stesso parere anche il suo omologo Lavrov, secondo il quale: "Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative. [...] Coloro che riempiono l'Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni".

Il ministro russo ha però tranquillizzato i giornalisti spiegando che: "Non voglio credere e non credo che ci sarà una guerra nucleare". Nel frattempo a Varsavia, la vicepresidente Usa Kamala Harris ha annunciato l'arrivo in Polonia di due batterie di missili Patriot, ribadendo l'impegno "ferreo" degli Stati Uniti a "difendere ogni centimetro di territorio della Nato".

Guerra in Ucraina, oggi incontro tra Lavrov e Kuleba

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che in giornata avrà un colloquio telefonico con Joe Biden, aveva auspicato che l'incontro Lavrov-Kuleba potesse finalmente "aprire la strada a un cessate il fuoco duraturo". Una prospettiva richiesta dalla stessa Ucraina, anche se Kuleba aveva già in precedenza reso noto di avere aspettative molto "limitate" riguardo al colloquio di oggi. Da parte sua invece, Mosca chiede che l'Ucraina diventi uno stato neutrale, abbandonando ogni intenzione di aderire alla Nato, riconoscendo la Crimea come territorio russo e riconoscendo la sovranità delle repubbliche di Donetsk e Lugansk.

Le richieste della Russia sembrano però per il momento non essere ancora ammissibili per Kiev. In un'intervista rilasciata a Bloomberg, il vice capo dello staff del presidente Zelensky, Ihor Zhovkva, ha dichiarato che l'Ucraina non cederà "un solo centimetro" di territorio alla Russia, specificando poi che: "La nostra prima condizione per avere un simile negoziato è l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe". Il colloquio tra i due ministri degli Esteri arriva dopo i tre round di negoziati durante i quali le parti si erano accordate per l'istituzione di corridoi umanitari. L'evacuazione dei civili dalle principali città ucraine è stata però resa difficoltosa dalle continue violazioni del cessate il fuoco.

Nella giornata di mercoledì Kiev ha infatti denunciato il bombardamento dell'ospedale pediatrico di Mariupol, definendolo senza mezzi termini "un crimine di guerra". L'attacco alla struttura sanitaria è stato tuttavia giustificato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, la quale ha spiegato che all'interno dell'edificio l'esercito ucraino aveva posizionato della postazioni militari: "A Mariupol, i battaglioni nazionali ucraini, dopo aver espulso il personale e i pazienti dall’ospedale, di maternità vi hanno stabilito posizioni di combattimento". Le fotografie e i video caricati sul web nelle ore immediatamente successive all'attacco mostrano però la presenza di pazienti all'interno dell'ospedale, comprese donne in stato di gravidanza. Gli ultimi bilanci parlano di almeno tre morti nel raid aereo.

La Russia lascia il Consiglio d'Europa

In una nota pubblicata in mattinata, il ministro Lavrov ha inoltre annunciato che la Russia lascerà il Consiglio d'Europa: "Il corso degli eventi è diventato irreversibile e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall'Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti".