La Commissione europea ha espresso un giudizio positivo sul documento programmatico di bilancio dell’Italia e ha deciso di mantenere sospesa la procedura per deficit eccessivo avviata lo scorso anno, rimandando alla primavera la valutazione dei dati consuntivi sul deficit 2025, sulla base dei quali si potrà stabilire un’eventuale chiusura del procedimento.
Manovra, Commissione Ue promuove il documento programmatico di bilancio del governo: sospesa procedura per deficit eccessivo
Nel suo esame della manovra — parte del pacchetto d’autunno del Semestre europeo — l’esecutivo comunitario conferma che l’Italia rispetta i limiti alla crescita della spesa netta stabiliti dal Consiglio per il 2025 e il 2026. Più nel dettaglio, Bruxelles prevede per il 2025 un incremento dell’1,2% della spesa netta, entro la soglia massima dell’1,3%. Per il 2026 l’aumento stimato è dell’1,5%, anche questo inferiore al tetto dell’1,6%. Considerando il periodo 2023-2026, la spesa netta italiana dovrebbe crescere complessivamente dello 0,5%, contro un limite del 0,9%. Sulla base delle previsioni d’autunno 2025 — che includono anche il Dpb — la Commissione conclude quindi che l’Italia rispetta sia i vincoli annuali sia quelli cumulativi, risultando pienamente in linea con il percorso di correzione del disavanzo eccessivo.
La Commissione sottolinea che la procedura rimane “sospesa”: ciò significa che non vengono introdotte nuove misure correttive, ma allo stesso tempo il procedimento non viene chiuso poiché il deficit non si è ancora stabilmente riportato sotto la soglia del 3%. L’Italia resta dunque tenuta a seguire la raccomandazione del Consiglio e dovrà continuare nel percorso di aggiustamento dei conti. La situazione verrà aggiornata la prossima primavera, quando saranno disponibili i dati finali per il 2025.
Insieme all’Italia, undici Stati membri hanno ricevuto il via libera della Commissione sulle rispettive leggi di bilancio: Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Slovacchia. Tre bilanci nazionali sono ritenuti a rischio — Croazia, Lituania e Slovenia — mentre due risultano potenzialmente non conformi in modo sostanziale: Malta e Paesi Bassi. Le procedure per deficit eccessivo restano sospese per tutti e nove i Paesi interessati: oltre all’Italia, anche Austria, Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.