Joint-venture Generali-Natixis, slittano i tempi, il Leone apre il tavolo per rinegoziare la penale nel caso di stop all’operazione
MPS con la regia del Governo punta a far saltare l’operazione con Natixis per favorire un’alleanza nel "Terzo Polo allargato"; in tale ambito e' necessario rinegoziare la break-up fee da €50 milioni - confermate le anticipazioni de Il Giornale d’Italia
Generali avrebbe ripreso in queste settimane il dialogo con Natixis (BPCE) per tornare a discutere della maxi alleanza nell’asset management. Alcuni esponenti del vertice del Gruppo si sarebbero recati a Parigi almeno un paio di volte, nel tentativo di riprendere il confronto sospeso, concentrandolo su due punti chiave: la richiesta di una proroga delle scadenze per raggiungere un’intesa, e l’intenzione di rimuovere la penale qualora l'accordo non si concretizzasse.
L'accordo con Natixis consisterebbe in una joint venture 50/50 per la gestione di circa 1.900 miliardi di euro di asset, diventando il secondo player europeo dopo Amundi. Generali conferirebbe €650 miliardi (più 15 miliardi di nuova produzione) e Natixis €1.200 miliardi, creando un leader del risparmio gestito a "trazione Leone".
MPS con la regia del Governo punta a far saltare l'operazione con i francesi di Natixis per favorire un'alleanza nel "Terzo Polo allargato" (MPS-Mediobanca con BancoBpm e Credit Agricole Italia, operatore francese che "compenserebbe" agli occhi del governo francese la mancata operazione su Natixis), realizzando un grande player europeo nella Bankassurance.
Ridefinizione delle tempistiche
La decisione di Generali di riconsiderare le tempistiche per definire una possibile partnership sarebbe influenzata dagli sviluppi degli ultimi mesi sul fronte delle operazioni di M&A. Dopo l’Assemblea di aprile, quando Mediobanca ha presentato l’offerta per l'acquisizione di Banca Generali, mettendo sul tavolo anche la propria quota in Generali, il Gruppo aveva lasciato intendere chiaramente di voler affrontare un dossier per volta. In quella fase la priorità era stata data all’avvio delle valutazioni necessarie a stabilire se procedere con la valorizzazione della controllata.
Negli ultimi mesi, la dirigenza si è concentrata soprattutto sull’analisi della proposta avanzata da Piazzetta Cuccia, cercando al contempo di individuare le modalità più efficaci per gestire l’operazione anche da un punto di vista industriale, con l’obiettivo di conservare un legame strategico con Banca Generali. Tuttavia, con l’Assemblea di Mediobanca del 21 agosto che ha sancito il ritiro dell’offerta, lo scenario è nuovamente cambiato, spostando le priorità del gruppo; a settembre, infatti, Generali sarebbe tornata a Parigi per riaprire il confronto. Il tempo perso nei mesi precedenti ha inevitabilmente reso necessaria una revisione della tabella di marcia iniziale, spingendo la compagnia a chiedere una nuova definizione delle scadenze.
La penale da €50 milioni
Un altro punto cruciale da risolvere riguarda la questione delle penali. Sebbene il memorandum d’intesa (MoU) siglato lo scorso 21 gennaio tra Generali e Natixis per la creazione della joint venture non avesse valore vincolante, era comunque prevista una penale di €50 milioni nel caso in cui l’accordo non venisse portato avanti. Una somma significativa che comportava il rispetto di una serie di condizioni tecniche, tra cui soprattutto l’ottenimento entro il 31 luglio dell’ok da parte delle rispettive rappresentanze sindacali. Tale autorizzazione è stata effettivamente ottenuta, così come sarebbero stati rispettati altri impegni vincolanti previsti entro quella data.
Sulla carta, quindi, la cosiddetta break-up fee potrebbe essere cancellata, a patto che entrambe le parti siano d’accordo. Va sottolineato che con la rimozione di questo ostacolo dalla trattativa il percorso potrebbe rivelarsi in discesa sia per la parte italiana che per quella francese, qualora decidessero di fare un passo indietro rispetto all'intesa.
La nuova realtà
Il progetto prevede la fusione delle attività di asset management gestite da Generali Investments Holding e Natixis IM, generando un nuovo player globale del settore: il gruppo risultante gestirebbe circa €1.900 miliardi di masse, posizionandosi al nono posto a livello mondiale e come leader europeo con ricavi pari a €4,1 miliardi. La nuova realtà opererebbe sotto un modello di governance condivisa da Generali e Natixis, ciascuna con il 50% del capitale e pari diritti in termini di rappresentanza e controllo.
Generali Investments Holding conferirebbe asset per oltre 600 miliardi di euro, mentre il contributo del gruppo francese BPCE, tramite Natixis, ammonterebbe a circa €1.300 miliardi. Su queste basi dovrebbe poggiare l’intesa in fase di negoziazione. Fin dalla sua presentazione, tuttavia, il progetto non ha mai riscosso particolare favore da parte dei principali azionisti privati del Leone, tra cui il gruppo Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio. Anche UniCredit, in occasione dell’Assemblea di aprile a Trieste, aveva espresso forti riserve nei confronti della joint venture.