Assemblea Mediobanca per Ops su Banca Generali, Benetton e Delfin verso l'astensione, Caltagirone studia piano alternativo

L’ipotesi allo studio prevede di sottoporre all’assemblea di Generali lo scambio tra il 6,5% del Leone e Banca Generali; se confermata, Mediobanca dovrebbe astenersi dal voto per conflitto di interessi, rimettendo la decisione ai soci

 Francesco Gaetano Caltagirone intensifica le contromosse contro la strategia di Mediobanca, dopo la decisione del CEO Alberto Nagel di anticipare di oltre un mese l’assemblea prevista per deliberare sull’offerta pubblica su Banca Generali. L’imprenditore romano, attraverso i suoi veicoli societari, spinge per introdurre una maggioranza qualificata nella votazione del 21 agosto, nel tentativo di ostacolare la cessione del 13,1% di Generali attualmente detenuto da Mediobanca. In questo scenario Delfin e Benetton verso l'estensione. 

Al centro dello scontro vi sono gli accordi commerciali annunciati tra Mediobanca, Generali e Banca Generali. Sebbene sia stato presentato un quadro generale dell’intesa, i dettagli economici e negoziali restano ignoti. La mancanza di informazioni precise sugli effetti concreti dell’operazione e sui potenziali rischi giuridici e regolatori legati allo scambio di azioni proprie è al centro delle contestazioni. Anche la compatibilità dell’operazione con il contesto normativo vigente è oggetto di rilievi.

In tale scenario, Caltagirone sostiene che la proposta da sottoporre all’assemblea comporti di fatto una delega in bianco al Consiglio di Amministrazione di Mediobanca. Per questo motivo, si chiede che l’approvazione venga subordinata a una maggioranza rafforzata, come previsto per le modifiche statutarie.

Piano alternativo: coinvolgere l’assemblea di Generali

Parallelamente, si sta valutando una seconda linea d’azione che passerebbe dall’assemblea di Generali. L’idea è che lo scambio della partecipazione in Banca Generali – pari al 6,5% del capitale del gruppo assicurativo – possa configurarsi come un’operazione assimilabile a un buyback. In tal caso, secondo questa interpretazione, dovrebbe essere approvata anche dai soci di Generali, con Mediobanca chiamata ad astenersi per conflitto di interessi.

Nel frattempo, si avvicina la scadenza chiave del 21 agosto, data in cui gli investitori dovranno esprimersi sull’operazione. Le principali partecipazioni sono state già depositate: Delfin (19,8%), Edizione (2,2%) e alcuni enti previdenziali si sono posizionati, mentre altri, come la famiglia Del Vecchio e i Benetton, sembrano orientati verso l’astensione, in attesa di ulteriori chiarimenti sul destino delle azioni proprie che Generali riceverebbe da Mediobanca.

La famiglia Del Vecchio e i Benetton sembrano orientati all’astensione, poiché la holding lussemburghese Generali non avrebbe fornito ancora sufficienti chiarimenti riguardo al destino del 6,5% di azioni proprie che riceverà da Mediobanca. Gli enti previdenziali, invece, si mostrano divisi, con posizioni che oscillano tra un orientamento filo-governativo e la volontà di ottimizzare il valore del proprio patrimonio.

Enti previdenziali e Unicredit, posizioni ancora incerte

Le decisioni dei principali enti previdenziali restano incerte. Cassa Forense (1%) ha confermato la sua partecipazione ai lavori assembleari, mentre Enasarco (2,52%) ha discusso il tema con la società di gestione dei propri investimenti. Anche Enpam (1,98%) è vicina a una decisione, ma non ha ancora reso pubblica la sua posizione. Resta aperto il nodo di Unicredit, che in primavera ha acquisito una partecipazione pari all’1,9%.

Generali analizza la proposta

Come anticipato da Il Giornale d’Italia, il dossier relativo all’OPS di Mediobanca su Banca Generali è ora sotto esame approfondito da parte del Gruppo Generali, che ha confermato l’avvio di un’analisi interna dettagliata dopo aver ricevuto nuova documentazione da Piazzetta Cuccia. Al centro del confronto, l’eventualità di una partnership industriale con Mediobanca, considerata un nodo strategico dell’intera operazione.

Generali ha comunicato di aver risposto formalmente a Mediobanca, specificando di voler continuare a valutare l’offerta nelle prossime settimane prima di assumere una posizione definitiva. Il processo di analisi è affidato anche al Comitato per le Operazioni con Parti Correlate, presieduto da Fabrizio Palermo, che avrebbe espresso riserve su alcuni aspetti, in particolare sulla definizione degli accordi distributivi tra i due gruppi.

All’interno del comitato, la linea prevalente sarebbe favorevole alla prosecuzione delle trattative, pur con una richiesta di ulteriori garanzie tecniche. Il CEO Philippe Donnet ha confermato un approccio prudente, ribadendo che il gruppo “si prenderà il tempo necessario per decidere”, sottolineando la necessità di valutare a fondo tutti i presupposti strategici e operativi dell’operazione.